Le foreste più minacciate al mondo potrebbero trovare dei potenti alleati nei materiali di scarto di uno dei rifiuti più diffusi nella società dei consumi: il telefono cellulare. La start up californiana Rainforest Connection (RFCx), infatti, ha sviluppato uno strumento che permette di monitorare il disboscamento e il bracconaggio nelle foresteequatoriali dell'Africa. Il tutto utilizzando vecchi smartphone finiti fra i rifiuti.
RFCx in collaborazione con la Zoological Society of London hanno in programma di installare già quest'anno la tecnologia anti deforestazione e antibracconaggio in Camerun.
Utilizzando smartphone ormai scartati con sistema operativo Android e infrastrutture di telecomunicazione esistenti, RFCx ha creato un sistema che permette di inviare avvisi istantanei alle guardie forestali, consentendo loro di intervenire rapidamente in caso di disboscamento e bracconaggio.
Gli attuali metodi di controllo utilizzati, attraverso indagini aeree o satellitari, non permettono infatti interventi rapidi e spesso scoprono il danno quando è già stato compiuto e non c'è più niente da fare.
Il sistema RFCx è stato sperimentato per la prima volta nell'isola di Sumatra, nel 2003, con i taglialegna illegali. I dispositivi sono dotati di microfoni altamente sensibili e si alimentano con piccoli pannelli solari. Uno di loro è in grado di "sorvegliare" un chilometro quadrato. Il loro costo di produzione è molto basso poiché appunto utilizza telefoni ormai divenuti 'scarti', disponibili in abbondanza.
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