venerdì 23 gennaio 2015

Bonus di 80 euro 2015, annullato per famiglie a basso mono reddito con 2 o più figli a carico.


La Legge di Stabilità 2015 non ha allargato la platea dei destinatari del bonus di 80 euro, diventato strutturale. Continuano ad essere esclusi dalla misura pensionati e possessori di partita Iva
La Legge di Stabilità del 2015 ha portato poche novità in merito al bonus di 80 euro, che continua ad essere una prerogativa a favore dei lavoratori dipendenti (e assimilati). Esclusi dal provvedimento, che da una tantum è diventato strutturale, i pensionati, i possessori di partita Iva e gli incapienti.
Bonus 80 euro, novità 2015
Come già accennato, il bonus di 80 euro a partire dal 2015 è diventato una misura strutturale, da intendere come un aumento delle detrazioni e non più come un bonus (aspetto poco rilevante per i lavoratori che non hanno carichi di famiglia). I destinatari, quindi, non troveranno più in busta paga il riferimento al decreto istitutivo ma troveranno, a parità di condizioni, lo stesso importo, erogato come detrazione Irpef di 80 euro. Il bonus annuo nel 2015 sarà pari a 960 euro (80 euro per 12 mensilità) a fronte dei 640 euro (80 euro per 8 mensilità, in quanto introdotto a maggio, dello scorso anno)
Bonus 80 euro, a chi spetta
Il bonus spetta integralmente ai lavoratori con un reddito inferiore ai 24.000 euro, in misura ridotta per chi ha un reddito compreso tra i 24.000 e i 26.000 euro. Il bonus viene considerato al pari di una maggiore detrazione Irpef e per questo motivo sono esclusi dal beneficio i lavoratori con un reddito inferiore agli 8.146 euro, i cosiddetti incapienti che rientrano nella no tax area e non hanno un Irpef netta da pagare, in quanto la detrazione da lavoro dipendente azzera l'Irpef lorda. Il reddito di riferimento non è esclusivamente quello da lavoro dipendente ma devono essere considerati anche gli altri redditi, ad eccezione di quelli derivanti dal possesso dell'abitazione principale e delle pertinenze, inclusi quelli derivanti dall'anticipo del Tfr mensile in busta paga (esclusi, invece, i redditi percepiti sotto forma di bonus bebè). Il bonus spetta ai lavoratori dipendenti e assimilati, inclusi i soci lavoratori delle società cooperative, fruitori di borse di studio a carattere periodico (i ricercatori, ad esempio), collaboratori a progetto, e percettori di indennità di disoccupazione Aspi e MiniAspi.
Come richiedere il bonus di 80 euro al datore di lavoro
Il datore di lavoro è obbligato a riconoscere autonomamente il bonus Irpef di 80 euro se i dati in suo possesso collocano il lavoratore dipendente tra i fruitori. Nel caso in cui il lavoratore possegga altri redditi influenti per il calcolo è tenuto a comunicarli al datore di lavoro. Il bonus non è un costo per il datore di lavoro che potrà utilizzare tali somme in compensazione su altri tributi dovuti all'erario.
Calcolo bonus Irpef
Il bonus è pari ad 80 euro per chi percepisce un reddito inferiore ai 24.000 euro annui, ridotto per chi percepisce un reddito compreso tra 24.001 e 26.000 euro (limite massimo oltre il quale non è previsto alcun bonus). In questa fascia di reddito il credito viene determinato in questa maniera: "80 * ((26.000-reddito)/2000))."
Non essendo più un credito, ma una detrazione, brutte sorprese per chi ha un reddito basso con figli a carico, di fatto non essendo soggetti ad irpef, non avranno nessun vantaggio economico. Quindi niente più bonus di 80 euro. 

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