sabato 28 settembre 2019

Ai Pioppi: a Treviso il luna park nel bosco a elettricità zero






Un Luna Park a elettricità zero, una vera e propria alternativa sostenibile ai più famosi parchi di divertimento del mondo. Si trova a Nervesa di Battaglia, vicino a Treviso. Ogni anno richiama ben 50 mila visitatori.



Il Luna Park è nato dall’ampliamento di un’osteria di famiglia presente da decenni in questa zona. La fama di questo luogo ha raggiunto anche l’estero, fino ad approdare sulle pagine di The Guardian. Ai Pioppi è il nome di questo Luna Park senza elettricità che sta diventando sempre più noto in Italia e all’estero.


Il Luna Park si trova in una zona boschiva alle spalle del ristorante di famiglia. Bruno Ferrin, il proprietario, ha aperto il ristorante nel 1969, ed ha trascorso i successivi quarant’anni a dare forma ad un progetto davvero ambizioso.


Il parcogiochi è gratuito per tutti i clienti del ristorante. L’osteria e il parco giochi sono aperti solo sabato, domenica e festivi dalle 10.30 fino a sera, con cucina con orario continuato, cena compresa. Ad agosto l’apertura sia della cucina che del parcogiochi è prevista tutti i giorni.


Per il funzionamento delle giostre di questo speciale Luna Park non serve l’elettricità o ne basta pochissima. Al momento il Luna Park Ai Pioppi è composto da 45 giostre tutte azionate soltanto dalla forza di chi vi sale sopra.

In questo Luna Park ci si diverte rimanendo a diretto contatto con la natura, dato che le giostre sono immerse in un bosco di faggi, castagni, platani, betulle e olmi, che fanno da sfondo rilassante ad una zona collinare molto piacevole.

Nello speciale parcogiochi senza elettricità troviamo liane, scivoli, il giro della morte in bici, il pendolo, le catenelle, le altalene, una teleferica, una ruota ispirata all’uomo vitruviano e molto altro ancora. Presto alle attrazioni potrebbe aggiungersi una catapulta gigante.

Ai visitatori viene chiesto di consumare un pasto all’osteria – invece di portare con sé il cestino da pic-nic, così per l’ingresso al parcogiochi non si deve pagare nulla di più. Gli ospiti sono pregati di avvisare il personale se avvistano un gioco che sta per rompersi. In questo modo possono contribuire alla manutenzione del Luna Park.






Siete curiosi di fare una visita a questo Luna Park fuori dal comune?

Qui troverete tutte le informazioni che cercate.

Roma: Mille orti per mille giardini scolastici






Al via “Mille orti per mille giardini scolastici” un progetto educativo innovativo realizzato dall’Assessorato alle Politiche del verde, Benessere degli animali e Rapporti con la cittadinanza attiva nell’ambito del decoro urbano e dal Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale.

L’iniziativa mette gratuitamente a disposizione degli istituti comprensivi di Roma Capitale che ne faranno richiesta le attrezzature per creare orti didattici e diffondere le pratiche dell’orticoltura urbana e dello sviluppo sostenibile attraverso il contatto diretto degli studenti con la natura e le tecniche di coltivazione. Alle numerose adesioni già pervenute se ne potranno aggiungere altre poiché non è prevista una scadenza per partecipare al progetto.

Compreso nell’appalto anche l’allestimento di un prototipo di orto modulare rialzato che i responsabili delle scuole interessate possono visionare da oggi presso il Semenzaio di San Sisto.

La struttura modulare, composta da cassoni in legno rialzati da terra e tavoli, potrà così essere agevolmente collocata nei vari ambienti a seconda delle esigenze di ciascun istituto e sarà corredata, tra l’altro, da terriccio, attrezzi da lavoro, e materiale utile come innaffiatoi, vaporizzatori, palette da giardiniere e rastrelli.

“Si tratta di un progetto importante che permetterà agli alunni di fare un’esperienza reale e non virtuale: i bambini pianteranno dei semi e saranno impegnati nella coltivazione dell’orto. Curando le piante – ha dichiarato l’assessora alle Politiche del verde, Benessere degli animali e Rapporti con la cittadinanza attiva nell’ambito del decoro urbano, Laura Fiorini – acquisiranno la virtù della pazienza e della costanza e si allontaneranno dal mondo artificiale di tablet e cellulari per immergersi nella vita reale con tutti i suoi limiti e le sue meraviglie. Grazie alla struttura modulare anche le scuole i cui giardini non sono idonei alla coltivazione potranno realizzare un percorso didattico che consentirà agli studenti di comprendere che non tutto si ottiene immediatamente, schiacciando un pulsante”.

https://www.comune.roma.it/web/it/notizia.page?contentId=NWS426037

Il bastone intelligente per non vedenti





C’è un numero stimato di oltre 250 milioni di ipovedenti nel mondo e 50 milioni utilizzano un bastone per camminare.

Da quando si è iniziato ad utilizzare il bastone, nessuna innovazione è stata fatta in questo ambito. Le città inoltre sono difficili e per le persone con disabilità visive possono essere come una corsa ad ostacoli o un labirinto. E’ per questo che alcuni ricercatori della Young Guru Academy in Turchia hanno ideato un bastone tecnolgico, integrato via bluetooth con l’app per smartphone WeWalk.

Utilizzando i controlli del touchpad sul bastone intelligente, l’utente può controllare il proprio smartphone senza estrarlo dalla tasca (lasciando una mano libera per altre attività). Il bastone tramite sensori a ultrasuoni avvertirà l’utente degli impedimenti vicini attraverso le vibrazioni nell’impugnatura.

Inoltre WeWALK offre integrazioni con app di terze parti come Google Maps con navigazione diretta via voce. L’integrazione nativa con Voice Assistant e il software di Google Maps informa l’utente dei negozi vicini e degli edifici che potrebbe non essere in grado di vedere.

giovedì 26 settembre 2019

Cosa sono le BioPlastiche



Le bioplastiche sono materie plastiche derivate da fonti rinnovabili di biomassa, come grassi e oli vegetali, amido di mais, paglia, trucioli di legno, rifiuti alimentari, acido lattico. La bioplastica può essere prodotta da scarti agricoli, da bottiglie di plastica riciclate e altri contenitori che utilizzano microrganismi.

Possiamo quindi parlare di vere alternative alla plastica comune.

Le plastiche comuni, cioè quelle a base di combustibili fossili, derivano dal petrolio o dal gas naturale, sono spesso riciclabili, ma assolutamente non biodegradabili (o quantomeno impiegano secoli). Le BioPlastiche sono “spesso” biodegradabili e compostabili, se correttamente smaltite nell’umido e successivamente sottoposte al processo di compostaggio.

Essendoci oltre 10 versioni di BioPlastica in commercio, circa il 70% di queste non è biodegradabile ne compostabile, bensì solo riciclabile, e anche queste rilasciano le famose microplastiche di cui sentiamo tanto parlare ultimamente. Restano in ogni caso materiali più ecologici rispetto a quelli di origine petrolifera, in quanto realizzati con materie prime naturali.

Tra gli svantaggi della BioPlastica segnaliamo che non può essere utilizzata per imbottigliare bibite gassate, come del resto non viene usata per confezionare alimenti sottovuoto. Inoltre, non resiste a temperature superiori a 45°.



domenica 15 settembre 2019

Tavola Rotonda sulla “Mobilità attiva”

Una tavola rotonda sui benefici della mobilità attiva, in occasione dell’apertura della European Mobility Week, si terrà lunedì 16 settembre presso l’Auditorium del Ministero dell’Ambiente (ingresso da via Capitan Bavastro 174, accesso consentito fino ad eseurimento posti a sedere). La settimana europea della mobilità, giunta quest’anno alla diciottesima edizione, è un appuntamento fisso per le amministrazioni e per i cittadini, ed è quest’anno incentrata sulla sicurezza dell’andare in bicicletta e sui vantaggi che le forme di mobilità attiva hanno per la nostra salute e l’ambiente nonché sul potenziale miglioramento della mobilità urbana. Appuntamento lunedì 16 settembre alle ore 15 in Auditorium, per l’apertura dei lavori e le introduzioni di Renato Grimaldi, Direttore Generale della Direzione per il clima ed energia (CLE), Alessandro Bratti, Direttore Generale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Angelo Mautone, Direttore generale per i sistemi di trasporto ad impianti fissi e il trasporto pubblico locale (MIT). A seguire, una tavola rotonda alla quale prenderanno parte rappresentanti di enti, associazioni, università, moderata da Tullio Berlenghi, capo della segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

domenica 8 settembre 2019

Smaltire i rifiuti con la torcia al plasma



La parola rifiuti ha sempre identificato due aspetti tra loro fortemente contrapposti, ovvero quello del “problema” e quello della “risorsa”.
La gestione integrata dei rifiuti solidi urbani, assimilati ed industriali, si presenta come la metodologia più corretta per il loro smaltimento, e per il recupero di materia ed energia che ben si armonizza con la necessità, sempre più sentita da parte degli amministratori pubblici e degli operatori del settore, di ridurre al minimo, o eliminare, l’impatto sull’ambiente prodotto dalle attività umane, attraverso raccolta e smaltimento dei rifiuti in termini di risorsa.
Dalla raccolta dei rifiuti in forme diverse (differenziata, non differenziata, porta a porta o collettiva, ecc.), al recupero di materia ed energia, la gestione integrata utilizza diverse tecnologie ormai da tempo adottate sia in Italia che negli altri paesi tecnologicamente avanzati: compostaggio, raccolta differenziata di plastiche, carta e vetro, oltre al recupero energetico del residuo indifferenziato mediante incenerimento con tecniche basate sui principi di combustione.
Negli ultimi tempi si stanno sviluppando impianti di recupero di materia ed energia dai rifiuti basati sul processo di gassificazione e vetrificazione di materiali organici e inorganici, mediante la tecnologia della Torcia al Plasma.
Questo tipo di tecnologia è stata sviluppata, in seguito alle ricerche effettuate presso la NASA per rispondere alle esigenze di sviluppo di materiali in grado di resistere alle altissime temperature generate dall’attrito dell’aria, durante il rientro di capsule spaziali nell’atmosfera terrestre.
Il plasma generato dalle torce è costituito da gas ionizzato ad altissima temperatura (da 7.000 a 13.000°C, a seconda del tipo di torcia utilizzato) ed ha la caratteristica di apportare una grande densità di energia, con massa molto ridotta, costituita dal flusso di gas (aria nel caso di applicazione sui rifiuti) che veicola l’energia dell’arco elettrico all’esterno della torcia. Sottoponendo elementi organici ed inorganici all’azione della torcia, date le elevate temperature e l’elevato trasferimento di energia, le molecole organiche si decompongono, mentre i materiali inorganici vengono fusi. Immettendo vapore si genera un gas di sintesi la cui composizione risulta essere molto simile a quella prodotta nei gasogeni a carbone (il cosiddetto “gas d’acqua”), il cui utilizzo come gas da cucina era molto diffuso prima dell’avvento del metano.
L’applicazione della Torcia al Plasma sui rifiuti permette di generare una “zona” di reazione ove la temperatura è compresa tra i 3.000 ed i 4.000°C. In tale zona i rifiuti organici si decompongono: il carbonio è libero di reagire con l’ossigeno, immesso direttamente nella zona di reazione, formando un gas di sintesi essenzialmente composto da ossido di carbonio ed idrogeno molecolare.
Nei processi chimici legati alle varie fasi, non si hanno emissioni di gas tossici, quali diossine, furani e SVOCs (Composti Organici Volatili Semilavorati), non si ha produzione di scorie e ceneri di fondo contenenti materiali incombusti e metalli pesanti, e non vengono prodotte ceneri volanti contenenti metalli pesanti (cadmio, mercurio, piombo, ecc).
I principali prodotti generati dal processo sono:
• Gas di sintesi: tutti gli elementi organici contenuti nei RSU (Rifiuti Solidi Urbani) si trasformano in gas di sintesi, essenzialmente composti da idrogeno (~53%) e da monossido di carbonio (~33%), con qualche percentuale di azoto molecolare, biossido di carbonio e metano (utilizzato per produrre energia elettrica).
• Materiale di tipo lavico: gli elementi inorganici vengono fusi e trasformati in una roccia di tipo vulcanico, una specie di lava totalmente inerte e non tossica, a bassissima viscosità, nella cui matrice vetrosa sono inglobati e totalmente inertizzati i metalli pesanti. Il materiale di sintesi ottenuto è utilizzabile come materiale da costruzione (es. massicciate stradali, conglomerato cementizio, materiale di riempimento ecc.). Le caratteristiche peculiari di questi impianti, che potrebbe portarli in futuro ad essere una realtà consolidata su larga scala, sono da ricercarsi sul rispetto per l’ambiente, sulla flessibilità nell’accettare insieme, o separatamente, diversi tipi di rifiuti, da quelli ospedalieri al C.D.R. (combustibile derivato dai rifiuti), da quelli pericolosi, sia liquidi che solidi, a quelli industriali. Una ulteriore caratteristica positiva di questo tipo di impianti è il loro essere modulabili, caratteristica che li porta, a differenza degli inceneritori tradizionali, a lavorare dal 30% al 100% della loro potenza nominale, assicurando in tal modo al gestore la possibilità di smaltire senza difficoltà eventuali variazioni stagionali nel flusso dei rifiuti.
Ad oggi, nonostante gli studi più recenti sulle torce al plasma risalgano a qualche anno fa, gli impianti operativi presenti nel mondo sono individuati in poche unità, distribuite tra l’Inghilterra, il Giappone e gli Stati Uniti. Probabilmente l’altissimo livello tecnologico dell’impianto, unitamente agli alti costi di realizzazione e di gestione, hanno frenato l’entusiasmo iniziale degli amministratori sulla fattibilità di un intervento simile. Forse, un’analisi più attendibile e sicura sui costi legati allo smaltimento dei rifiuti con impianti al plasma, sarà possibile solo quando si stabiliranno regole certe sullo smaltimento, sul controllo e sui recapiti finali, soprattutto di rifiuti speciali e pericolosi, la cui trasformazione trova, in questo tipo di impianti, una vera competitività del trattamento.

Funivia Urbana tempi rapidi per costruirla. Ecco come.



Le stazioni, la linea, i veicoli e il magazzino sono le componenti principali di un impianto a fune che a loro volta sono composte da diversi elementi costruttivi standard e non.
Nella fase di offerta di un impianto i venditori raccolgono tutte le informazioni dal cliente e, con il supporto dell’ufficio tecnico, formulano proposte per soddisfare le richieste individuali di ciascun cliente. Una volta sottoscritto il contratto si definiscono un gruppo di lavoro e il relativo Projekt Manager.
Quest'ultimo ha la responsabilità di raggiungere gli obiettivi prefissati del progetto, che sono condivisi nel dettaglio con il gruppo di lavoro nella riunione “Kick-off Meeting”, base di partenza per la realizzazione dell'impianto.
Prima della realizzazione vera e propria si deve predisporre il progetto (disegni, calcoli, relazioni) necessario per ottenere l'approvazione alla costruzione dell’impianto. Successivamente si dispongono la produzione e l'acquisto dei materiali necessari e infine si appaltano i lavori per la realizzazione delle opere edili e per le attività di montaggio.


FASE A

FASE A
Verifiche topografich, geologiche e geotecniche: il controllo topografico consiste nel rilievo dimensionale del terreno per ottenerne una rappresentazione grafica. La verifica geologica e geotecnica consiste nell’analisi delle caratteristiche dei terreni interessati alla costruzione dell'impianto. Entrambe queste verifiche sono funzionali alla corretta progettazione dell'impianto.

Tracciamenti:quest'operazione è necessaria per fissare sul terreno dei riferimenti per le successive operazioni di scavo e di costruzione dei manufatti in cemento armato.

Scavo:  in base alle difficoltà, per la costruzione di impianti a fune vengono utilizzati mezzi diversi, dai grandi escavatori per grossi sbancamenti ai piccoli “ragni” per operazioni in zone difficilmente accessibili.

Opere in cemento armato:  le strutture di base dell'impianto (plinti e steli), gli edifici adibiti a ospitare le cabine di comando, oltre che il magazzino dei veicoli, sono realizzate parzialmente o totalmente in cemento armato.

Contemporaneamente a queste fasi di cantiere viene verificata la disponibilità di elementi standard come le rulliere e le strutture portanti delle stazioni, e viene programmata la produzione e l'acquisto di elementi specifici come i motori, la fune e i sostegni, sulla base dei dati forniti dall'ufficio tecnico, in modo che tutti i componenti possano essere disponibili in cantiere per il successivo montaggio.

FASE B

Fase B
Trasporti/Logistica: le varie componenti dell'impianto ed eventuali apparecchiature di montaggio vengono spedite in cantiere. Per gli impianti oltre oceano il materiale è sistemato in container e trasportato su navi.

FASE C

Fase C

Montaggio strutture in acciaicio: Le strutture in acciaio sono modulari, preassemblate in officina per velocizzare e facilitare il montaggio in cantiere. Nella fase di montaggio vengono utilizzati mezzi trazionati e attrezzature adatte alla conformazione del terreno e in grado di lavorare anche su terreni impervi. In zone non facilmente raggiungibili con mezzi tradizionali, ad esempio nei punti in cui si montano i sostegni di linea, si usano spesso l'elicottero oppure teleferiche per il trasporto di materiale. L'impiego dell’elicottero è considerato una vera e propria sfida per la grande difficoltà e l'assoluta precisione richieste.




Componenti meccaniche e coperture: I freni , i motori elettrici e il riduttore, il cilindro idraulico ed altre apparecchiature vengono assemblate sulle strutture di stazione. Al termine vengono montate le coperture a protezione dei meccanismi di stazione.



Montaggio della fune: completato il montaggio delle parti strutturali delle stazioni e della linea, si procede alla stesura della fune. Il montaggio della fune si conclude con l'impalmatura della fune stessa. La fase di montaggio della fune è sicuramente il momento più interessante, tipico e difficile della costruzione di un impianto a fune ed è eseguito da personale altamente specializzato.

Cablaggi elettrici: Elettrotecnici specializzati eseguono il collegamento dei quadri elettrici di comando e controllo dell'impianto con i motori elettrici e con tutte le apparecchiature di sicurezza previste nelle stazioni e sui sostegni di linea.
Montaggio dei veicoli: È in sostanza l'ultima operazione e consiste nell'assemblare i veicoli alle morse e alle sospensioni e nel posizionarli sulla fune o in magazzino.