giovedì 30 aprile 2020

"Il vaccino contro il coronavirus pronto a settembre". L'annuncio della Irbm di Pomezia



I tempi per il vaccino "sono legati a mille variabili - evidenzia Di Lorenzo -. Quello che si può dire, è che in questo momento sono in corso i test clinici sull’uomo, su 520 volontari sani e si sta già predisponendo la partenza di un test clinico su 3000 volontari sani. Noi siamo molto attivi nel produrre e distribuire le dosi necessarie di vaccino alla sperimentazione, e se questi test daranno un responso positivo, entro fine settembre potremmo avere il vaccino".
"Noi abbiamo già quadruplicato la nostra capacità produttiva e nel giro di 4 mesi la decuplicheremo ulteriormente - prosegue Di Lorenzo -. E come noi, altri attori chiamati a collaborare. Ma tenga presente che noi parliamo di centinaia di migliaia di dosi a fronte di un’esigenza, quando il vaccino venisse approvato, di miliardi". Sui tempi, evidenzia ancora Di Lorenzo, "si dovrà esercitare la leadership della AstraZeneca", che con l’Università di Oxford ha annunciato l’accordo per lo sviluppo e la distribuzione globale del potenziale vaccino. La collaborazione Oxford-AstraZeneca "mira a portare ai pazienti il potenziale vaccino noto come ChAdOx1 nCoV-19, si legge in una nota, in fase di sviluppo presso il Jenner Institute e Oxford Vaccine Group, presso l’Università di Oxford". In base all’accordo, AstraZeneca sarebbe responsabile dello sviluppo e della produzione e distribuzione mondiale del vaccino.

martedì 28 aprile 2020


Vaccino pronto a settembre. I ricercatori dell’Università di Oxford sono a un passo dalla svolta che il mondo attende. Gli scienziati del team internazionale al lavoro contro il coronavirus nell’ateneo del Regno Unito comunicano che milioni di dosi di vaccino saranno pronte per l’inizio dell’autunno se entro un mese ne verranno confermate l’efficacia e la sicurezza riscontrate sulle scimmie.

domenica 26 aprile 2020

Snowden, tracciabilità Internet è pericolosa come l'atomica

TRONDHEIM (NORVEGIA) - "Se non fermiamo l'attuale processo di manipolazione e tracciamento di massa, il costo sociale sarà enorme e forse irreversibile". E' l'allarme lanciato da Edward Snowden, l'informatico e attivista statunitense che ha dato il via al Datagate, in collegamento video da Mosca in occasione dell'apertura del festival internazionale delle scienze 'The Big Challenge 2019' organizzato a Trondheim, in Norvegia, dall'Università norvegese per la scienza e la tecnologia (Utnu).

"Il desiderio umano di interagire e cooperare è stato trasformato in un sistema totalitario di controllo sociale" ha incalzato Snowden. "Internet è in grado di connettere tutto il mondo senza confini, però è stato corrotto, come l'applicazione della fisica nucleare è stata rubata alla medicina e impiegata per costruire la bomba atomica". Secondo Snowden, questo controllo di massa si manifesta oggi in primis con "l'accesso e la vendita di dati personal da parte di soggetti privati" che "insieme ai governi di certi Paesi" sono così in grado di "influenzare perfino le elezioni delle nostre democrazie". Secondo l'ex agente della National Security Agency (NSA) americana, l'unica soluzione oggi consiste nel "cambiare il mondo, rendendolo pericoloso per quelli che limitano la nostra libertà". 

sabato 25 aprile 2020

INIETTATA AD UNA SCIENZIATA ITALIANA LA PRIMA DOSE DI VACCINO CONTRO IL COVID-19

La prima dose è stata iniettata giovedì scorso ad una ricercatrice 34enne, di nome Elisa GRANATO. (foto BBC) La notizia si sta diffondendo ciclopicamente su Media e Social Network. Tale vaccino, messo a punto dai ricercatori dell’Istituto Jenner dell’Università di Oxford, guidati dalla dottoressa Sarah GILBERT ed in collaborazione con il Laboratorio italiano di Pomezia Advent-Irbm, sembra essere tra i più promettenti. La microbiologa ha deciso di testare il vaccino su se stessa, dopo essere stata scelta tra altri ottocento candidati che si erano offerti volontari. Alla rete BBC così ha commentato: “Sono una scienziata, quindi volevo provare a supportare il processo scientifico in ogni modo possibile. Personalmente ho molta fiducia in questo vaccino”. Speriamo bene. Elisabetta Ciavarella

venerdì 24 aprile 2020

Vaticano dona un miliardo di Euro per i Poveri

Un aiuto straordinario della Chiesa italiana per sostenere persone e famiglie in situazioni di povertà o di necessità, enti e associazioni che operano per il superamento dell’emergenza provocata dalla pandemia, enti ecclesiastici in situazioni di difficoltà. Ruota attorno a queste destinazioni la somma che la presidenza della Cei – sentite tutte le Conferenze Episcopali Regionali – stanzia per contribuire a far fronte alle conseguenze sanitarie, economiche e sociali provocate dal Covid-19. Si tratta di un importo straordinario di 200 milioni di euro, provenienti dall’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica e recuperati dalla finalità a cui erano stati destinati, essenzialmente l’edilizia di culto. Di questi, 156 milioni sono ora ripartiti, in modo proporzionale, fra tutte le Diocesi. L’erogazione avverrà entro fine aprile e impegna a un utilizzo di tali risorse entro il 31 dicembre 2020; la rendicontazione - che dovrà essere inviata alla Segreteria Generale della Cei entro il 28 febbraio 2021 - si atterrà al dettato concordatario (Legge 222/85) e ai criteri di trasparenza, rafforzati dall’Assemblea Generale del maggio 2016. Tenuto conto delle differenti situazioni esistenti sul territorio nazionale, le modalità di tale rendicontazione non seguiranno la griglia predisposta per i fondi ordinari, ma dovranno specificare: i soggetti destinatari delle erogazioni, le causali, le somme erogate, i relativi giustificativi - secondo prassi - delle attività sostenute. L'intervento di oggi è solo l'ultimo di una serie di provvedimenti presi dalla Cei per stare a fianco della popolazione nel momento drammatico dell'emergenza Covid-19, tra i quali complessivamente 22,5 milioni per ospedali e assistenza alle famiglie bisognose, 6 milioni per l'Africa e i Paesi più poveri. Altri 800 milioni di euro proveranno dalla vendita di titoli della segreteria di stato. Per arrivare a un miliardo di euro di aiuti [..]

Roma 5G, installati 200.000 lampioni/antenne-wireless. Ignorato l’appello dei medici.

Roma 5G, installati 200.000 lampioni/antenne-wireless. Ignorato l’appello dei medici. Panico sui social: “Ci uccideranno!” E la Basilicata? LED (1)
di Maurizio Martucci Infrastruttura d’avanguardia, dicono, ‘per rendere le città più vivibili’. Nell’Era Elettromagnetica, per le ‘Digital City’ li chiamano ‘Smart Lighting’, spacciati come valore aggiunto sui bisogni consumeristici dei cittadini. Non sono più i normali lampioni della luce di una volta, accusati di sprecare troppa energia, ma ‘sistemi di telecontrollo dell’illuminazione pubblica e monitoraggio digitale’ a LED pensati per la sensoristica, videosorveglianza, controllo e monitoraggio del traffico locale, ma soprattutto mini-antenne Wi-Fi, tecnologia powerline da microonde millimetriche del 5G con l’aiuto della fibra ottica: passando sotto ogni lampione, li trasforma in un amplificatore wireless. S’attiveranno appena entrerà a regime il 5G. l’invasione d’antenne ancora in via sperimentale, così come anticipato nel mio ultimo libro d’inchiesta ‘Manuale di autodifesa per elettrosensibili’ (Terra Nuova Edizioni), non irradierà quindi solo dai tetti dei palazzi (come per le stazioni radio base di 2G, 3G e 4G, già 60.000 in tutta Italia), bensì dai riconvertiti lampioni della luce, uno ogni manciata di metri, praticamente ovunque. Copertura totale dell’intero territorio nazionale, l’obiettivo è pel 2025, ogni area del paese (non solo città metropolitane, ma pure comuni, paesini di provincia, campagne, parchi e aree naturali protette, strade, autostrade, aeroporti e porti) sarà quindi avvolta da un’inedita cappa elettromagnetica senza precedenti nella storia dell’umanità, con la sovrapposizione ubiquitaria di insidiose radio frequenze multiple e cumulative (dal 2011 nella black list, agenti dannosi per la salute pubblica) per cui ampia parte della ricerca medico-scientifica chiede all’Organizzazione Mondiale della Sanità un’urgente revisione nella classificazione degli agenti cancerogeni

giovedì 23 aprile 2020

Il Covid 19 che ha paralizzato il mondo intero non è il famigerato killer che ci hanno raccontato, ma un virus facilmente neutralizzabile se preso in tempo, prima che provochi danni irreparabili. A sostenerlo un cardiologo dell’ospedale Beato Matteo di Pavia il quale spiega il perché e annuncia che al più presto si potrà riaprire tutto: “Il vaccino può arrivare con calma”. di Peppe Papa Forse qualcuno dovrebbe chiedere scusa. A cominciare da quei soloni in camice bianco che hanno occupato militarmente h24 gli schermi della Tv, la politica inetta al tempo del populismo imperante penzolante dalle loro labbra e un’informazione pigra e mainstream che in questa circostanza ha dato il peggio di sé. Il Covid 19 che ha paralizzato il mondo intero non è il famigerato killer che ci hanno raccontato, ma un virus facilmente neutralizzabile, se preso in tempo prima che provochi danni irreparabili, semplicemente contrastandolo con medicinali “vecchi e che costano poco”. In sostanza, la causa della patologia polmonare che va sotto il nome di polmonite interstiziale è dovuta “allo svilupparsi di una coagulopatia” innescata dal virus che provoca trombi venosi i quali impediscono l’arrivo di ossigeno ai polmoni. Pertanto la ventilazione in terapia intensiva diventa inutile, se non addirittura dannosa. La notizia, in verità preceduta in sordina da altre testimonianze simili di alcuni medici scarsamente prese in considerazione perché sovrastate dal clamore della pandemia e dai conseguenti provvedimenti assunti dalle istituzioni statali, a partire da quelle italiane, sul modello cinese da ove tutto è cominciato, è stata diffusa con un post su Fb in un gruppo chiuso di medici da un cardiologo del reparto di cardiologia dell’ospedale Beato Matteo di Pavia, rimasto anonimo per via delle sanzioni disciplinari a cui sarebbe andato incontro per aver diffuso “notizie non istituzionalizzate”. La testimonianza lascia basiti e ha il merito di aver strappato il velo delle ipocrisie che hanno precipitato il pianeta in una emergenza dalle proporzioni bibliche. “Non vorrei sembrarvi eccessivo – ha scritto il cardiologo – ma credo di aver dimostrato la causa della letalità del coronavirus. Al Beato Matteo ci sono due cardiologi che girano su 150 letti a fare ecocardio con enorme fatica e uno sono io. Fatica terribile! Però, di quello che alcuni supponevano, ma non ne riuscivano a essere sicuri, ora abbiamo i primi dati”. La gente, in pratica, “va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata soprattutto polmonare”. “Se così fosse – ha sottolineato – non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve. Infatti muoiono 9 su 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio. Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità”. L’aria non arriva ai polmoni, hai voglia a ventilare. La conferma a quanto sostenuto dal professionista è arrivata anche dalle autopsie effettuate sui corpi di alcuni deceduti nel bergamasco prima della cremazione, i cui risultati sono stati inspiegabilmente non divulgati con la stessa enfasi con la quale, in questi giorni, si discetta dei vari problemi e soluzioni legati all’emergenza sanitaria. Ma Perché si formano trombi? “Perché l’infiammazione come da testo scolastico – ha spiegato ancora lo specialista – induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto. Contrariamente a quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla”. “Molti morti, anche di 40 anni – ha proseguito – avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente. Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Perché il problema principale non è il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti nei nostri reparti Covid non sono mai entrati malati di artrite reumatoide, perché fanno il cortisone, un potente antinfiammatorio”. Un’intuizione che in Italia aveva avuto per primo l’oncologo, Paolo Ascierto del Pascale di Napoli il quale, ai suoi pazienti ammalati di Covid, fin da subito aveva somministrato un potente antinfiammatorio usato proprio per l’artrite reumatoide (Tocilizumab ) ottenendo risultati strabilianti anche su soggetti già intubati, ma che gli procurò accuse di ciarlataneria in diretta televisiva da parte del ‘luminare’ del Sacco di Milano, Massimo Galli. Lo stesso che, insieme all’altra star della tv e collega virologo, Roberto Burioni aveva sentenziato, prima che accadesse il patatràc, che in Italia il rischio virus fosse zero: poi abbiamo visto com’è andata a finire. La cura Ascierto, in seguito protocollata dall’Aifa, cui si sono andati ad aggiungere farmaci della stessa famiglia sperimentati da altri medici, è diventata la profilassi utilizzata dalla medicina di base, quella che in tutta questa vicenda è stata trattata da Cenerentola mandando al massacro gli operatori e che invece si sta dimostrando fondamentale, riducendo le ospedalizzazioni curando i pazienti nelle loro case e evitando il rischio trombotico. “Per me si può tornare a giocare e riaprire le attività commerciali – ha concluso il cardiologo – via la quarantena. Non subito. Ma il tempo di pubblicare questi dati, il vaccino può arrivare con calma”. Resta il fatto che qualcuno dovrà rispondere di questo madornale errore di valutazione che ha provocato miglia di morti e la completa paralisi del Paese imposta da una classe dirigente incapace. E non è ancora finita.

mercoledì 22 aprile 2020

Coronavirus, Iss: materiale genetico di Covid-19 nelle fogne di Roma. I topi possono trasmettere il virus.

Dopo Parigi, anche a Milano e Roma tracce del materiale genetico del SarsCov2 (Rna) sono state ritrovate nelle acque di scarico, che possono essere dunque considerate un indicatore dei focolai epidemici di Covid-19. Lo dimostra uno studio condotto dall'Istituto superiore di sanità (Iss), che rileva come in ogni caso non vi sia alcun rischio per la salute umana. Il materiale genetico Rna del virus SarsCov2, spiega l'Iss, può essere dunque trovato nelle acque di scarico, permettendo quindi di usare questo tipo di campionamenti come 'spià della presenza di un focolaio epidemico. Lo studio è stato condotto a Roma e Milano dal gruppo guidato da Giuseppina La Rosa del Reparto di Qualità dell'Acqua e Salute Del Dipartimento Ambiente e Salute dell'Iss, e sarà pubblicato a breve. «Abbiamo selezionato e analizzato per la ricerca del virus, un gruppo di 8 campioni di acque di scarico raccolti dal 3 al 28 febbraio a Milano e dal 31 marzo al 2 aprile a Roma - spiega La Rosa -. In 2 campioni raccolti nella rete fognaria della zona Occidentale e Centro-orientale di Milano è stata confermata la presenza di RNA del nuovo coronavirus. Nel caso di Roma, lo stesso risultato positivo è stato riscontrato in tutti i campioni prelevati nell'area orientale della città. Stiamo ora estendendo la ricerca ad altri campioni di acque di scarico provenienti da una rete di raccolta in diverse regioni, costruita negli anni nell'ambito di un progetto finanziato dal Centro Nazionale di prevenzione e Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute». Il virus può essere trasmesso dai Ratti infetti presenti nelle fogne [..]

Coronavirus Covid-19: Roma, a Casalotti parrocchia, associazioni e forze dell’ordine aiutano le famiglie in difficoltà




Oltre 350 famiglie sono state raggiunte in tre settimane dalla distribuzione alimentare per nuclei in difficoltà economica partita nel quartiere romano periferico di Casalotti. “L’iniziativa è nata da tre ragazzi e si è presto allargata all’associazione ‘Operativi per l’ambiente’ – racconta al Sir padre Aurelio D’Intino, parroco della chiesa delle Sante Rufina e Seconda, nella diocesi di Porto-Santa Rufina –. Se inizialmente il punto di raccolta per i viveri era un negozio della zona, poi hanno chiesto ospitalità alla parrocchia, che ha disponibilità di locali al momento vuoti. 
Così si è iniziata una collaborazione strutturata anche con la Caritas parrocchiale e il sostegno di Carabinieri e Polizia locale del XIII Municipio”. Tre volte a settimana, si fa la distribuzione dei pacchi a domicilio o le famiglie si recano in parrocchia per ritirarli. I viveri arrivano dalla Caritas diocesana, tramite il Banco alimentare, da donazioni di privati e associazioni. Tra loro, anche un gruppo di ragazzi egiziani: “Si sono riuniti in un’associazione che hanno chiamato ‘L’amore di Dio’ e in due settimane hanno donato tre quintali di frutta – riferisce padre D’Intino –. ‘Siamo qui da vent’anni per lavorare e per noi è giusto così’, mi hanno detto”. “Speriamo che la situazione sia momentanea: il virus ha messo in ginocchio molte famiglie che prima dovevano pagare l’affitto e ora non riescono a comprare da mangiare e temono di non riuscire a rialzarsi. Il nostro è un quartiere di periferia con molti disagi, però la gente è solidale nel momento del bisogno”, conclude il parroco.

martedì 21 aprile 2020

Il virus tende ad autoestinguersi







Francesco Le Foche immunologo del Policlinico Umberto I di Roma parla della situazione legata al Coronavirus in Italia: "Le persone che hanno necessità di terapie intensive sono diminuite, quindi la situazione è in miglioramento. Nei luoghi di eccelenza, come la Lombardia e il Piemonte, il sistema sanitario nazionale è stato molto stressato, nelle altre regioni meno, ma ora per fortuna si è decompresso
TZUNAMI E' PASSATO - "Il virus tende ad autospegnersi, come la Sars, come una morte programmata. Non voglio dare false illusioni, ma i coronavirus hanno fasi pandemiche e poi queste si riducono. Quindi secondo me la vita sarà come prima, magari non subito, ma si tornerà a una vita normale. Noi speriamo molto nel vaccino ma ci vorranno ancora 10 mesi o un anno per averlo. Quello che abbiamo imparato ci aiuterà a stringere al massimo questo virus e permetterci che faccia in modo a non fare del male alla popolazione. Ormai lo tzunami è passato" [..]

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domenica 19 aprile 2020

Il vaccino italiano è pronto...

“Il vaccino italiano è pronto per essere testato sull'uomo”, raccontano Piero Di Lorenzo e Carlo Toniatti di Advent IRBM. “A fine mese manderemo il primo lotto del vaccino - prodotto a Pomezia - a Oxford dove stanno reclutando 550 volontari sani”. Si tratta di un bel passo in avanti nella battaglia contro il Covid-19. A settembre, secondo le parole di Di Lorenzo, si sapranno gli effetti del vaccino (che non è nocivo sull’uomo). Entro Dicembre potrà potranno essere prodotte le prime 300 milioni di dosi da utilizzare su personale medico e infermieristico e entro la fine del 2021 su tutta la popolazione mondiale [..]

venerdì 3 aprile 2020

Riaprono i musei vaticani e Alberghi, Ristoranti, Bar a partire dalla seconda decade di Maggio.




Dopo la fase restrizioni per il contenimento del covid19, che con l'ultimo decreto legge firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che proroga fino al 13 Aprile la chiusura, come confermano i dati la curva epidemiologica ha raggiunto il picco, e a breve inizierà la fase discendente.
La città stato Vaticano sta attuando il piano per far riaprire gradualmente i musei vaticani e la Basilica di San Pietro.
Se tutto andrà bene, come gli scienziati continuano a ripetere, si potrà lentamente riprendere in qualche modo la vita sociale e lavorativa. Ma ciò non toglie che la soglia di guardia sarà abbassata. La riapertura dei musei vaticani è prevista per la seconda decade di maggio, si sta in questi giorni pianificando le procedure di ingresso per non creare assembramenti, e per predisporre dei controlli scrupolosi della temperatura corporea a ogni visitatore.
Con questo virus bisognerà conviverci per ancora diverso tempo, ma si deve, sempre tutelando la salute dei cittadini, riaprire. Per la seconda decade di maggio potrebbero riaprire alberghi, ristoranti bar, e riducendo restrizioni degli spostamenti il comparto turistico cercherà di riprendersi gradualmente, sarà una ripresa lenta, ma come ha accennato il presidente del consiglio Giuseppe Conte siamo nella fase uno il che prevede il contenimento del virus, la fase due quella sola elencata è la lenta ripresa delle attività sociali e lavorative, la terza è la più complessa è la fase della ricostruzione..