sabato 28 febbraio 2015

Metodo Geniale per risparmiare il 50% sulla bollette del gas.

Ebbene sì, è possibile risparmiare sulla bolletta del gas (anche del 50%) proprio mentre si cucina la pasta, in un modo differente dal solito, una tecnica che farà sia risparmiare sulla bolletta ma anche guadagnare in salute, evitando di far disciogliere le nutrienti sostanze nell’acqua di cottura….

Ogni volta che si cuoce la pasta si eseguono le medesime operazioni, si riempie la pentola d’acqua, la si mette sopra i fornelli, la si sala (prima o dopo, in base all’abitudine) e poi, a bollore, la si butta, e si attende il tempo indicato in base al formato. Tutto ciò comporta un consumo in gas non certo di poco conto, soprattutto se si cuoce la pasta tutti i giorni e – per gli italiani – è quotidiana! Ecco quindi che un metodo – semplice e intuitivo – ne modifica la cottura, a spiegarlo è Elio Sironi, noto chef milanese, che indica una metodologia differente che consente di risparmiare in bolletta ma anche, di mantenere le proprietà organolettiche della pasta.
Vuoi conoscere il metodo per un forte risparmio sulla bolletta del gas e per una miglior cottura della pasta? Prosegui nella lettura

giovedì 26 febbraio 2015

Il solare andrà di moda. La nuova fibra ad alta tecnologia del MIT per produrre abiti fotovoltaici

La prossima conquista del solare pare sia l'integrazione negli indumenti. La tecnologia è stata messa a punto da un team di ricerca tra USA e...


La prossima conquista del solare pare sia l'integrazione negli indumenti. La tecnologia è stata messa a punto da un team di ricerca tra USA e Singapore, coordinato dal MIT(Massachusetts Institute of Technology) di Boston.
Quello che i ricercatori hanno sviluppato èuna fibra con un 'cuore' di puro silicio(materiale di cui sono fatte le celle fotovoltaiche e i chip) per produrre indumenti che integrano microchip e fotovoltaico. Il materiale è stato prodotto a partire da due materiali comuni ed economici: alluminio e silice del vetro. Mediante una reazione ad alta temperatura (2.200 gradi) gli atomi di alluminio riducono la silice, producendo atomi di silicio puro e molecole di ossidi di alluminio. Il silicio si concentra nel nucleo della fibra, mentre l'ossido di alluminio si deposita attorno alla fibra creando un sottile strato metallico. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.
Non si tratta del primo esempio di fotovoltaico indossabile ma del primo caso che utilizza materiali economici, aprendo alla possibilità di commercializzare fibre per tessere abiti che integrano dispositivi elettronici e tecnologia fotovoltaica a basso costo.

ATTENZIONE ALLA TACHIPIRINA:TUTTO QUELLO CHE NON SAPETE SU QUESTO FARMACO


Uno dei farmaci forse più utilizzati al mondo, nonostante venga considerato innocuo può portare parecchie controindicazioni. Stiamo parlando della tachipirina, ovvero del farmaco a base di paracetamolo, che sono a rischio asma ed allergie per i bambini. Questo è quanto emerso da uno studio,coordinato da Julian Crane il quale ha dichiarato: “La scoperta principale è che i bambini che hanno utilizzato il paracetamolo prima di aver compiuto 15 mesi (il 90 per cento) hanno il triplo di probabilita’ in piu’ di diventare sensibili agli allergeni e il doppio di probabilita’ in piu’ di sviluppare i sintomi come l’asma a sei anni rispetto ai bambini che non hanno utilizzato il paracetamolo”. 

In realtà si tratta di una notizia non proprio recente visto che anche altri studi come quello effettuato da The New Zealand Asthma and Allergy Cohort Study Group pubblicato da Wickens e Colleghi dello scorso settembre 2010 e lo studio del Prof.Beasley e Colleghi del Medical Research Institute pubblicato nel settembre 2008 dalla rivista Le Lancet hanno evidenziato gli effetti tossici delparacetamolo.Nonostante tutto, il paracetamolo viene consigliato dai Servizi di Igiene Pubblicaanche dopo le vaccinazioni dei neonati addirittura prima che possano sviluppare la febbre o qualche altro malessere.

mercoledì 25 febbraio 2015

THC della canapa UCCIDE COMPLETAMENTE IL CANCRO


All’Università Complutense di Madrid, in Spagna, la dottoressa Christina Sanchez sta studiando, da oltre un decennio, gli effetti antitumorali del THC, il principale componente psicoattivo della cannabis. In un video spiega esattamente come il THC uccida del tutto le cellule tumorali, senza alcun effetto negativo per le cellule sane.
La sua ricerca si somma a quella dello scienziato britannico Wai Liu, oncologo presso l’Università di scuola medica di Londra, St. George.
La ricerca della dottoressa Liu rivela anche come il THC abbia potenti caratteristiche anticancro e come possa significativamentesbarrare i percorsi che permettono al tumore di crescere.
Liu sottolinea che le aziende farmaceutiche spendono miliardi in farmaci che fanno la stessa cosa che la pianta della Cannabis, fa naturalmente.
Nel seguente video, la Dott. Sanchez, spiega esattamente come il THC elimini le cellule tumorali attivando i recettori dei cannabinoidi del corpo, creando altri endocannabinoidi. Cosa c’è di più? La Cannabis può fare tutto questo senza effetti psicoattivi.

“Ci sono un sacco di tumori che dovrebbero rispondere abbastanza bene a questi agenti della Cannabis. Se pensiamo che le compagnie farmaceutiche spendono miliardi di sterline cercando di sviluppare nuovi farmaci, che hanno come target questi percorsi, quando la Cannabis fa esattamente la stessa cosa. Abbiamo qualcosa, prodotto naturalmente, che incide sugli stessi percorsi affrontati dai farmaci che costano miliardi.” ha detto Liu.
Questo avviene in un momento importante in cui gli Stati stanno ricevendo pressioni di depennare dall’elenco delle droghe, la Cannabis, come droga illegale, una definizione arcaica ed erronea di una pianta su cui Big Pharma ha numerosi brevetti.
Il Brevetto N° US 6630507 B1, per esempio, è sui cannabinoidi come antiossidanti e neuroprotettivi: “I cannabinoidi si trovano ad avere particolare applicazione come neuroprotettivi, per esempio nel limitare il danno neurologico a seguito di insulti ischemici, come ictus o trauma, o per il trattamento di malattie neurologiche, come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la demenza HIV.”

martedì 24 febbraio 2015

'EVA': un villaggio ecosostenibile di case di paglia a Pescomaggiore, Abruzzo

Un villaggio di case di paglia energeticamente autonome ed efficienti. Si chiama 'EVA' (Eco Villaggio Autocostruito) e si trova a Pescomaggiore...


Un villaggio di case di paglia energeticamente autonome ed efficienti. Si chiama 'EVA' (Eco Villaggio Autocostruito) e si trova a Pescomaggiore, piccolo borgo di origini altomedioevali alle porte del Parco Nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga, ad una decina di chilometri da L’Aquila. L'area, in seguito alla distruzione causata dal sisma del 6 aprile 2009, diventa un villaggio ecosostenibile autofinanziato dai residenti stessi, che hanno aderito al progetto degli architetti Paolo Robazza e Fabrizio Savini delBAG studio mobile e con l’assistenza tecnica di Caleb Murray Burdeau, esperto inbioarchitettura, dando vita ad una serie dibilocali e trilocali efficienti, antisismici, low cost ed ecofriendly. Il progetto è stato finanziato da Unipol per Legambiente e rientra nell'ambito del progetto nazionale'Bellezza Italia'.
Le case di paglia hanno uno scheletro portante in legno che racchiude balle di paglia, con una struttura modulare che ne semplifica la riproducibilità. Oltre alla paglia che è a Km zero e all'efficienza energetica di questo genere di abitazioni che evitano dispersioni di calore d'inverno e isolano termicamente d'estate, le case di paglia sono anche dotate di impianti fotovoltaici. Incluso nel piano, inoltre, anche un impianto di fitodepurazione e di compostiere che trasformano i rifiuti organici in fertilizzante per gli orti, che vengono irrigati naturalmente grazie ad un sistema di incanalamento dell'acqua piovana.

lunedì 23 febbraio 2015

Energia rinnovabile dalle tubature idriche della città

Un sistema per produrre energia idroelettrica dalle tubature della fornitura di acqua potabile. La tecnologia è in funzione a Portland, in Oregon...



Un sistema per produrre energia idroelettrica dalle tubature della fornitura di acqua potabile. La tecnologia è in funzione aPortland, in Oregon (USA), ed è stata messa a punto da una società americana, Fast Company.
Il sistema genera elettricità dallo scorrimento dell'acqua attraverso le condutture della città. Si avvale di piccole turbine installate all'interno dei tubi, che vengono attivate dallo scorrere dell'acqua e generano energia attraverso un generatore. L'energia prodotta può essere generata sia per alimentare i servizi, contribuendo ad abbassare i costi dovuti all'energia necessaria al funzionamento della fornitura idrica, oppure può essere immessa in rete.
Il sistema è, inoltre, in grado di monitorare il corretto funzionamento delle tubature e la pressione dell'acqua, permettendo alle società di avere il controllo su eventuali perdite e sulla potabilità dell'acqua.

sabato 21 febbraio 2015

Un impianto solare in grado di produrre energia costantemente 24 ore su 24

Una società israeliana con sede a Tel Aviv, Brenmiller Energy, avrebbe risolto uno dei maggiori problemi legati alle tecnologie ad energia solare...




Una società israeliana con sede a Tel Aviv,Brenmiller Energy, avrebbe risolto uno dei maggiori problemi legati alle tecnologie ad energia solare, ovvero come produrre energia dopo il tramonto. La società ha, infatti, annunciato la costruzione di un impianto solare da 10 MW nel deserto del Negev, città di Dimona, capace di generare elettricità per circa 20 ore al giorno, grazie ad una tecnologia di storage energetico. Le 4 ore rimanenti saranno, invece, invece coperte dalla biomassa per la produzione energetica, che integrata nel sistema permetterebbe una fornitura 24 ore su 24.
Il sistema immagazzina energia utilizzando specchi parabolici per monitorare i raggi del sole e raccogliere l'energia solare termica. Il calore viene trasferito dal campo solare ad un centro di energia sotterranea in cui l'energia viene conservata ad una temperatura di 550 gradi Celsius (1,022 gradi Fahrenheit). Quando le nuvole coprono il sole e durante le ore notturne, il calore viene rilasciato sotto forma di vapore per alimentare le turbine, mantenendo costante la fornitura di elettricità.
Il progetto, secondo la società, creerà circa150 posti di lavoro a livello locale. “Questo innovativo sistema è la soluzione migliore per la produzione di energia elettrica in Israele. La biomassa da sola non può soddisfare la domanda di energia elettrica, ma la combinazione con l'energia solare e lo stoccaggio rappresenta l'alternativa più economica e pulita", ha dichiarato Avi Brenmiller, CEO di Brenmiller Energy.
Il termine della costruzione e la messa in funzione sono previsti per l'inizio del 2017.

Omologata la prima auto ad acqua! Sarà la volta buona o la Lobby del Petrolio riuscirà ancora una volta a insabbiare il progresso ??


Chi di voi non sogna di avere una macchina che va ad acqua? Bene, presto potrà diventare realtà. Città pulite, aria limpida e malattie respiratorie potranno essere cancellate definitivamente. A presentare questa futuristica possibilità è il signor Lorenzo Errico che in cinque anni di lavoro sulla sua auto, ha messo a punto un nuovo sistema di alimentazione per abbattere le emissioni e insieme risparmiare sui consumi. E’ vero, se ne parla da tempo e diversi scienziati tra cui due fisici teorici, Del Giudice e Preparata, avevano gia elaborato una serie di teorie sull’acqua, teorie che poi sono state applicate da Lorenzo. Il risultato è davvero entusiasmante: circa il 30% di consumi in meno e emissioni ridotte dal 40 al 90% in meno rispetto ad una comune auto a benzina.
Ma andiamo a capire come funziona questo prototipo, il vero segreto sta nel serbatoio d’acqua, che tramite una pompa porta il prezioso liquido direttamente nel cuore del dispositivo. A questo punto ecco che entrano in gioco le celle elettrolitiche, che appena ricevono l’elettricità, dividono l’acqua in idrogeno e ossigeno, un processo molto conosciuto che si chiama: elettrolisi. Ma l’idrogeno compresso è pericoloso e va dunque trovato un modo per rendere tutto sicuro, infatti l’idrogeno viene prodotto e immediatamente combusto, riducendo al minimo i rischi. Smog? Un ricordo. Quello che esce dal tubo di scarico è acqua.
Ma la grande soddisfazione è arrivata dal test ufficiale di omologazione che ha rivelato che la macchina produce il 90% in meno di monossido di carbonio, il 30% in meno di C02. Questi dati prima della modifica di Lorenzo, è emerso che la prima produce 361 gr/km di CO2, contro i 243,8 della seconda. Gli idrocarburi incombusti sono invece il 40% in meno mentre la macchina produce il 90% in meno di monossido di carbonio. Una grandissima novità che potrebbe entrare già nel mercato automobilistico nei prossimi mesi

Quelle strane stelle che pulsano al ritmo della sezione aurea.



La sezione aurea si può ritrovare nella conchiglia del nautilus, nel Partenone, nei dipinti di Leonardo e ora anche nelle stelle. Un nuovo studio condotto con il telescopio spaziale Kepler ha infatti scoperto quattro stelle variabili che pulsano
a frequenze il cui rapporto è vicino al numero irrazionale 0,61803398875…, indicato anche con la lettera grecaphi, o sezione aurea, o ancora come inverso del numero 1,61803398875….
La sezione aurea non era comparsa nelle sfere celesti finché l’astronomo John Linder del College of Wooster, in Ohio, e colleghi non hanno analizzato i dati di Kepler. I ricercatori hanno considerato una classe di stelle chiamate RR Lyrae, note per la loro variabilità. A differenza del Sole, che brilla con intensità costante (una buona cosa per la vita sulla Terra!), queste stelle aumentano e diminuiscono la loro luce seguendo l’espansione e la contrazione della loro atmosfera, dovute a variazioni periodiche di pressione.

Quelle strane stelle che pulsano al ritmo della sezione aurea


Un’immagine della stella variabile RR Puppis ripresa dal telescopio spaziale Hubble (Credit: NASA, ESA, and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA)-Hubble/Europe Collaboration)
Ogni stella pulsa con una frequenza primaria propria e mostra anche fluttuazioni di luminosità più piccole, caratterizzate da una frequenza secondaria. “I rapporti tra queste due frequenze sono molto importanti”, ha spiegato l’astronomo Róbert Szabó dell’Osservatorio Konkoly, in Ungheria, che non era coinvolto nello studio, “poiché dipendono dalla struttura interna delle stelle: se una stella mostra molti ‘modi’ di oscillazione, l’osservazione delle frequenze fornisce limiti molto stringenti ai modelli stellari”.
Per quattro delle sei stelle RR Lyrae analizzate dai ricercatori, il rapporto tra le frequenze primarie e secondarie era vicino al valore aureo, per esempio entro un 2 per cento del suo valore nel caso della stella KIC 5520878.
La sezione aurea affascina matematici, scienziati e artisti fin dai tempi di Pitagora ed Euclide, anche se è ancora da stabilire se sia effettivamente presente in tutti i luoghi in cui è stata trovata.

Quelle strane stelle che pulsano al ritmo della sezione aurea


Rappresentazione del rettangolo aureo: il rapporto tra il lato lungo e quello corto è uguale al rapporto tra il semiperimetro e il lato lungo (John Acklam – Wikimedia Commons)
“La sezione aurea ha una lunga storia in diverse discipline, dalla fisica dei cristalli alle arti visive”, commenta l’astrofisico Mario Livio, dello Space Telescope Science Institute di Baltimora, che nel 2002 ha scritto La sezione aurea. Storia di un numero e di un mistero che dura da tremila anni (Biblioteca Universale Rizzoli, 2012).
Due numeri formano una coppia aurea se il loro rapporto è pari al rapporto tra la loro somma e il maggiore dei due (in termini geometrici, si tratta di un rettangolo in cui il lato lungo sta al lato corto come il semiperimetro sta al lato lungo).
“La sezione aurea è speciale perché in un certo senso è il più irrazionale dei numeri irrazionali”, spiega Livio. Alcuni numeri irrazionali sono facili da approssimare usando numeri razionali, altri meno.
La connessione tra la sezione aurea e queste stelle variabili potrebbe avere un significato oppure essere una semplice coincidenza. “Molte affermazioni su fenomeni naturali e sezione aurea sono esagerate”, afferma il matematico e informatico George Markowsky dell’Università del Maine a Orono. “Mi rifiuto di accettare un valore ‘vicino’ alla sezione aurea se se ne discosta per più del 2 per cento. Dopo tutto, intorno a un numero reale esiste un’infinità di altri numeri reali. Non mi sembra che qualcuno scriva articoli sulle proprietà mistiche di 0,6 (che è molto vicino a 0,618….).”
L’astronomo Szabó, che guida il gruppo di lavoro che studia i dati di Kepler sulle stelle RR Lyrae, spiega di non essere ancora convinto che la vicinanza alla sezione aurea in questo caso sia una coincidenza, e che la caratterizzazione delle frequenze di di oscillazione delle stelle è importante. “Questo articolo è un contributo significativo su questo tema”, dice Szabó.

Quelle strane stelle che pulsano al ritmo della sezione aurea


Rappresentazione di uno schema frattale (Kh627-Wikimedia commons)
Anche se il campione di questo studio era molto limitato, i ricercatori hanno notato una caratteristica interessante nelle quattro stelle con rapporti di frequenze prossimi alla sezione aurea. Queste stelle infatti mostrano tutte un comportamento frattale, hanno cioè uno schema che si ripete sempre uguale a ogni scala dimensionale, mentre nel caso delle stelle senza sezione aurea questo schema non si presenta. “Ciò porta a ipotizzare che possa trattarsi di una correlazione, ma per dirlo occorrono più dati”, aggiunge Linder.
Un esempio di frattale è una linea di costa frastagliata, che rivela sempre nuove insenature via via che si ingrandisce l’immagine, da qualunque punto di vista si parta. “La stessa cosa vale con le frequenze di queste stelle: se ne rilevano sempre di nuove”, sottolinea Linder.
Le stelle auree in realtà sono i primi casi di sistemi, al di fuori del laboratorio, in cui si manifesta una “dinamica non caotica strana”. L’aggettivo “strano” qui si riferisce allo schema frattale, e “non caotico” significa che lo schema è ordinato e non casuale. La maggior parte degli schemi frattali in natura, come il tempo meteorologico, è di tipo caotico; perciò questa caratteristica delle stelle variabili è una sorpresa.
“Se si cerca nella letteratura, si trovano molti esempi di comportamento caotico strano”, ha spiegato Linder. “Ritengo che il nostro articolo stia portando in primo piano questo tipo di dinamica finora ignorata”. Se lo stesso schema venisse rilevato in diverse stelle con frequenze caratterizzate dalla sezione aurea, ciò potrebbe portare gli astronomi a comprendere e prevedere meglio la fisica delle pulsazioni stellari. “In termini dinamici”, conclude Livio, “è molto interessante comprendere perché i sistemi sarebbero attratti da questo rapporto”.

venerdì 20 febbraio 2015

Piccolo fuori, grande dentro: la casa triangolare nasconde un tesoro.

         In Giappone la casa progettata da Mizuishi Architetti Atelier è riuscita ad ingannare in molti con la sua piccola forma a triangolo che all'interno custodisce un mondo da scoprire.


Il Giappone, si sa, è la patria delle stranezze, dei gadget eccentrici, dell'eccessiva apparenza e dell'estrosità a tutti i costi, ma anche della tecnologia super avanzata, delle città hi-tech e dei fan di ogni cosa, dai pupazzi ai telefoni ultra-accessoriati. E anche quando parliamo di design ed architettura il Giappone è sempre pronto a stupirci e spesso a dettare tendenze. Basti pensare che negli ultimi anni i più grandi architetti al mondo provengono dal Giappone: Shigeru Ban nel 2014, Toyo Ito nel 2013, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa (SANAA) nel 2010, sono stati tutti vincitori del Premio Pritzker. Alcune delle case moderne più belle o strane del mondo si trovano proprio in Giappone, e una di queste è sicuramente una piccola abitazione realizzata Mizuishi Architetti Atelier vicino a Tokyo: dall'esterno vi sembrerà una minuscola abitazione a forma di triangolo, ma quello che accade all'interno ha dell'incredibile.
Lungo il fiume di Horinouchi, una città nella prefettura di Niigata, lo studio Mizuishi aveva a disposizione un piccolo appezzamento di terreno dalla forma irregolare da cui ricavare un'abitazione familiare rendendola più confortevole possibile. Ispirati dalla forma stessa del lotto, gli architetti giapponesi, specializzati in sfide residenziali impossibili, sono riusciti a ricavare una casa davvero sorprendente: all'esterno un piccolo triangolo, ma all'interno l'abitazione si sviluppa su tre livelli, ognuno da 50 metri quadrati, e una grande zona soppalcata, riuscendo a sfruttare al massimo tutto lo spazio necessario. Dalle immagini è possibile accorgersi che non manca davvero nulla: al pian terreno si trova un grande spazio living e un'area parcheggio per l'auto; soggiorno, cucina e sala da pranzo si trovano al primo piano, dove grandi finestre su entrambi i lati illuminano di luce naturale tutto il giorno l'intero spazio e riescono a dare, come l'hanno definita gli architetti, "la sensazione di galleggiare"; da qui, tramite una piccola scala, si accede ad una grande zona soppalcata che affaccia sulla cucina e che accoglie l'area giochi per i bambini; le camere da letto, che non necessitano di un'illuminazione naturale importante, si trovano invece in un livello sotterraneo che prende luce da lucernari laterali su strada. Quando si suol dire: l'apparenza inganna.

mercoledì 18 febbraio 2015

Fisioterapia a distanza grazie al robot per la riabilitazione.


Fare fisioterapia a distanza è possibile. Lo assicuraMotore, il nuovo robot sviluppato in Italia da Humanware, azienda pisana spin-off della Scuola Superiore Sant'Anna, in collaborazione con l'Istituto TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, dell'Informazione, della Percezione). Grazie a internet, il piccolo dispositivo è in grado di aiutare nella riabilitazione post-ictus. Come?
Motore (MObile roboT for upper limb neurOrtho REhabilitation) ha il vantaggio di avere dimensioni contenute e di essere molto pratico da usare. Controllato a distanza dal fisioterapista, il robot permette ai pazienti di eseguire le attività di riabilitazione a casa, attraverso giochi che coinvolgono sensi come tatto, vista, udito per facilitare il recupero. Dalla scrivania, il robot vieneconnesso senza fili al pc tramite il quale si muove su ruote, per facilitare gli esercizi, al pari di un videogioco.
“Il robot è in grado di supportare i pazienti, aiutandoli nell'esercitare le forze necessarie e nel mantenere traiettorie fluide ed efficaci, per ottenere il massimo dalla riabilitazione” spiega il team.
Motore sa infatti misurare con precisione sia la forza che i movimenti del paziente. Quest'ultimo potrebbe essere seguito a distanza dal proprio fisioterapista effettuando riabilitazione da remoto.
robotmotore
L'aspetto peculiare di 'Motore', dal punto di vista clinico, è la volontarietà richiesta al paziente, aiutato soltanto se mostra l'intenzione di eseguire l'esercizio; questo aspetto è molto importante, trattandosi di unariabilitazione che coinvolge il sistema nervoso centrale. Inoltre, è stata fornita risposta a un'esigenza avvertita da tempo e cioè poter lavorare con un sistema tecnologico semplice da usare e da proporre al paziente, in grado di fornire risposte esaustive sotto l'aspetto terapeutico, senza dover ricorrere a dispositivi complessi e particolarmente costosi”.
Il robot è anche in grado di valutare in maniera precisa i progressi ottenuti. Il dispositivo sarà sul mercato già nel corso di quest'anno.

L'eolico perde le pale e si fa edilizia ed arte. È il trionfo dell'innovazione sostenibile

Una nuova concezione di eolico senza pale in movimento e senza rumore. È l'innovativa struttura denominata 'Windwheel' e progettata da un...



Una nuova concezione di eolico senza pale in movimento e senza rumore. È l'innovativa struttura denominata 'Windwheel' e progettata da un consorzio composto da società con sede a Rotterdam, in Olanda (BLOC, DoepelStrijkers, Meysters e NBTC Olanda Marketing). Una sorta di mulino del futuro che produce energia dal vento. Ospita 72 appartamenti, 160 camere d'albergo, negozi e ristoranti. La struttura include, inoltre, 40 cabine rotanti per offrire una vista completa di Rotterdam.
Si compone di due anelli costruiti su una base sotterranea e circondata dall'acqua, così da conferire alla struttura l'apparenza del galleggiamento. Per il proprio fabbisogno energetico sfrutta l'energia eolica, ma senza parti meccaniche in movimento, azzerando il rumore e semplificando la manutenzione. La tecnologia utilizzata è un convertitore di energia eolica elettrostatica, denominato 'EWICON' (Electrostatic Wind Energy Converter). Una tecnologia sviluppata dallaDelft University of Technology - TU Delft(Paesi Bassi) che converte l'energia eolica in elettricità grazie ad una struttura di tubi in acciaio dotati di elettrodi e ugelli. Dei piccoli fori sui tubi rilasciano nell’atmosfera particelle di acqua cariche positivamente, le quali vengono portate rapidamente via dal vento, cambiando la tensione del dispositivo e creando un campo elettrico.
La struttura è, inoltre, dotata anche di pannelli solari, un impianto per la cattura dell'acqua piovana e un impianto per la produzione di biogas alimentato dai rifiuti dei residenti. Insomma un'opera di sostenibilità ambientale ed energetica che vuole diventare una vetrina per le tecnologie pulite in Olanda.

Infinite realtà? Una scoperta conferma i paradossi della fisica quantistica.



La funzione d’onda, concetto alla base della meccanica quantistica, non è solo un modello matematico astratto ma una realtà tangibile. La scoperta aprirebbe prospettive capaci di rivoluzionare il concetto stesso di realtà, solo una delle infinite possibili. 
Immaginate di stare seduti al tavolo da gioco per una partita di poker. Vi vengono date le carte. Per quanto forte sia il vostro desiderio di trovarvi una buona mano, non saprete che carte sono finché non le girate. Immaginate ora che, con quel semplice gesto, la realtà cambi, prendendo diverse direzioni: in una vi troverete in mano delle carte buone per una scala, in un’altra potrete fare una doppia coppia o un tris, in un’altra ancora – molto fortunata – un bel poker. In molte altre, vi troverete solo delle carte inutili. Nulla di tutto questo accade davvero, secondo la nostra esperienza. Eppure questa “scissione” della realtà sembra avvenire a una scala infinitamente piccola, quella regolata dalle leggi della fisica quantistica, ed è un fenomeno con i quali gli scienziati fanno i conti da oltre sessant’anni. 



Quanto è reale una funzione d’onda
Tutti coloro che hanno studiato un po’ di chimica ricorderanno, ad esempio, il modello dell’atomo con il suo nucleo e i suoi elettroni che gli girano intorno, simili a pianeti intorno al Sole. La fisica quantistica ha rivoluzionato, a suo tempo, questo modello (che pure continuiamo a studiare a scuola): gli elettroni non sono qui o lì, ma un po’ dappertutto, sparsi intorno al nucleo. Eppure, dirà qualcuno, se io voglio trovare un elettrone, dovrò pur sapere dove si trova. Quello che sappiamo è solo la probabilità di trovare un elettrone in un punto specifico, esattamente come la probabilità di avere in mano certe carte al tavolo da gioco. Solo che, secondo la fisica quantistica, possiamo scegliere noi le carte da avere in mano: quando lo scienziato effettua l’osservazione per scoprire dove si trova esattamente l’elettrone, l’elettrone “magicamente” compare in quel punto esatto. Gli scienziati dicono che la sua funzione d’onda è collassata, ossia che la sua localizzazione nello spazio, invece di essere “spalmata” per tutta l’orbita intorno al nucleo, si è stabilizzata in un punto specifico. 

Fino a oggi, la funzione d’onda era considerata una mera funzione matematica, capace di dirci la probabilità di trovare un elettrone in quel punto specifico. Un escamotage statistico e niente di più. Ora, una ricerca che sta scuotendo il mondo della fisica ha dimostrato che la funzione d’onda è qualcosa di reale e tangibile: l’elettrone esiste davvero in un’infinita di punti lungo la sua orbita, come tante infinite realtà diverse, che vengono ridotte a un’unica realtà solo quando l’osservatore porta l’elettrone a collassare in quel punto esatto. 



Paradossi incredibili
La fisica quantistica ha abituato gli scienziati a questi paradossi. Ad alcuni non è mai piaciuta: sì sa per esempio che non piaceva ad Albert Einstein, che amava immaginare una realtà determinata, definita, certa. Ma anch’egli dovette tardivamente arrendersi all’evidenza: se il mondo macroscopico che viviamo e sperimentiamo sembra in effetti dominato da leggi inderogabili che lo rendono solidamente reale, il mondo microscopico sembra avvolto nella nebbia fitta dell’indeterminazione. Non a caso, uno dei padri della fisica quantistica, Werner Heisenberg, aveva definito “principio di indeterminazione” uno degli assunti di base di questa teoria. Nella sua versione stringente, tale principio sostiene che non è possibile determinare con esattezza il moto e insieme la posizione di una particella. Ciò in quanto il semplice atto di osservare una particella quantistica la modifica e ne cambia le proprietà. 

Perché ciò non avviene nel mondo che conosciamo? Perché, se osserviamo un vaso di fiori, non riusciamo a modificarlo, o se speriamo di trovare un portafogli per strada non lo troviamo, per quanto ardentemente possiamo sperare di imbatterci in una tale singolare fortuna? Perché le leggi della fisica quantistica perdono di valore superata una certa dimensione: i teorici lo chiamano “problema della decoerenza”, e in sostanza altro non è che la constatazione che i sistemi macroscopici che sperimentiamo quotidianamente non seguono le stesse regole dei sistemi microscopici, quelli cioè alla scala atomica o meglio ancora sub-atomica. 

Nonostante le sue tante bizzarrie, la fisica quantistica è una teoria accettata e comprovata dalle sperimentazioni tanto quanto quella della relatività. Non solo: è applicata quotidianamente in tanti ambiti scientifici e tecnologici e ha prodotto un gran numero di ritrovati importanti per l’industria. Eppure, le sue fondamenta filosofiche restano fonte di profonda perplessità. La scoperta annunciata un paio di giorni fa da un gruppo di fisici teorici dell’Imperial College di Londra promette di riaprire un dibattito iniziato negli anni ’20 e non ancora concluso. Il gruppo, guidato da Matthew Pusey, invita alla cautela, ricordando che la ricerca è attualmente al vaglio dei referee di una prestigiosa rivista, che debbono ancora decidere se accettarlo o meno. Ma tutti coloro che hanno potuto leggere la relazione on-line ne sono rimasti affascinati. Si tratta infatti di un teorema, che attraverso una matematica stringente e – sostengono gli esperti – apparentemente perfetta, spiega che la funzione d’onda non può essere considerata un mero strumento statistico, un escamotage matematico che usiamo per spiegare la probabilità che una particella possieda determinate proprietà. No, la funzione d’onda è una realtà tangibile. 

 

Per capire quali sono le implicazioni di quella che sembrerebbe una scoperta a uso e consumo dei ristretti circoli matematici, basta ricordare il paradosso di Schrödinger. Per chi non lo conoscesse, la storiella è semplice: un gatto è chiuso dentro una scatola, in compagnia di una fiala di veleno collegata a un martelletto, il quale a sua volta è collegato a un contatore geiger che misura il decadimento di un atomo radioattivo. Se l’atomo radioattivo decade, il contatore geiger lo scopre e invia un segnale al martelletto il quale rompe la fiala di veleno che ucciderà il gatto. Se l’atomo non decade, il gatto sarà vivo e vegeto. Se applichiamo le leggi della fisica quantistica a questo scenario, in teoria finché un osservatore esterno non apre la scatola, il gatto sarà contemporaneamente vivo e morto. Questo perché l’atomo radioattivo resterà in uno stato indeterminato, descritto appunto dalla funzione d’onda, che collassa solo allorquando l’osservatore effettua l’osservazione. Possibile che, all’interno di quella scatola, il gatto sia contemporaneamente vivo e morto? No, per questo lo chiamiamo “paradosso”. E per questo la fisica quantistica non si applica al mondo macroscopico. Ma se prendete questo esempio e lo applicate a una scala sub-atomica, potete stare certi che le cose andranno proprio come le aveva descritte Schrödinger, un altro dei maestri della fisica quantistica. 



I molti mondi di Everett
Il paradosso veniva risolto, fino a ieri, sostenendo che la funzione d’onda è una questione di sola matematica: non è vero, non può essere, che allo stesso tempo un atomo sia decaduto e sia rimasto integro. Il gruppo di Pusey non la pensa alla stessa maniera: secondo loro, l’atomo è davvero, al tempo stesso, vivo e morto. E la sua esistenza dipende dall’osservatore. La grande rivoluzione della fisica quantistica sta tutta in quest’ultima frase: se il mondo sub-atomico vive in una realtà indeterminata finché non c’è un osservatore esterno che la fa collassare in uno stato determinato, allora – volando (ma nemmeno tanto) con la fantasia – potremmo sostenere che l’intero universo vivrebbe in uno stato di indeterminazione quantistica se non ci fossero osservatori intelligenti che lo osservano. Il che, detto in maniera più rude, vuol dire che, se non ci fossimo, l’universo non sarebbe quello che è. I filosofi si divertono molto con queste domande che imbarazzano tremendamente i fisici, e rappresentano questi paradossi con un esempio: “Che rumore fa un albero che cade nella foresta, se non c’è nessuno in ascolto?”. 

Nel 1957 i fisici Hugh Everett e Bryce DeWitt proposero un’interpretazione della fisica quantistica nota come “interpretazione a molti mondi” e, in seguito, come “interpretazione di Everett-DeWitt”. In pratica, la realtà non è indeterminata: coesistono su uno stesso piano infinite realtà. Quando pescate le carte, la realtà si divide: in uno di questi mondi, voi vincete un bel po’ di soldi (se state giocando al casinò!) perché avete preso una mano fortunata, in tanti altri mondi ve ne tornate a casa a mani vuote. Il film Sliding Doors applicava, senza volerlo, questa teoria: ogni scelta che compiamo creerebbe dei bivi, altre linee della realtà che non vediamo, ma nelle quali altri noi stessi hanno compiuto scelte diverse. Infiniti mondi in infinite realtà diverse. Non c’è da stupirsi se l’interpretazione di Everett-DeWitt abbia fatto sognare tanta gente ma sia stata anche accolta con scetticismo dai teorici, per quanto non contrasti con le leggi fisiche attualmente note. Ora, la scoperta del gruppo di Pusey potrebbe essere una conferma dell’interpretazione di Everett-DeWitt. Se i bookmakers inglesi accettassero scommesse sulla giusta interpretazione da dare alla fisica quantistica (una disputa che divide i fisici dagli anni ’20), potete stare certi che in molti in questo momento starebbero puntando proprio sui “molti mondi”. 

 

Le prime reazioni sono già state raccolte dalla rivista Nature. Antony Valentini, fisico teorico specializzato proprio nella meccanica dei quanti alla Clemson University della South Carolina, ha parlato di un possibile “terremoto” per l’intero mondo della fisica. David Wallace, filosofo della scienza a Oxford, sostiene che la scoperta sia il più importante risultato teorico dalla nascita della stessa fisica quantistica. Robert Spekkens del Perimeter Insitute for Theoretical Physics del Canada, sostenitore della tesi opposta, secondo cui la funzione d’onda sarebbe solo uno strumento matematico, ha definito il teorema di Pusey “corretto” e il risultato “fantastico”. Una parola davvero appropriata per descrivere lo scenario che potrebbe schiudersi. Ma a questo punto la palla torna ai fisici, che continuano a regalarci immagini di una realtà molto più strana di quanto riusciamo a immaginare.