mercoledì 9 ottobre 2019

"Gesù non è affatto Dio' Confidenza di Papa Francesco a Scalfari






Ciò che riportiamo da La Repubblica di oggi – 9 ottobre 2019, Anniversario della nascita al Cielo di S. S. Pio XII – non ha bisogno di commento. Ci scusiamo anche solo per citare queste eresie ma oportet ut scandala eveniant.

In attesa degli sviluppi ci limitiamo a riportare le dichiarazioni di Eugenio Scalfari, interlocutore confidenziale di Francesco al punto di aver dato alle stampe e in dialogo con lui un noto libro.

Ecco il testo apparso oggi sul quotidiano:

Chi ha avuto, come a me è capitato più volte, la fortuna d’incontrarlo e di parlargli con la massima confidenza culturale, sa che papa Francesco concepisce il Cristo come Gesù di Nazareth, uomo, non Dio incarnato. Una volta incarnato, Gesù cessa di essere un Dio e diventa fino alla sua morte sulla croce un uomo.



Quando mi è capitato di discutere queste frasi papa Francesco mi disse: «[Queste frasi, ndRS] Sono la prova provata che Gesù di Nazareth una volta diventato uomo, sia pure un uomo di eccezionali virù, non era affatto un Dio»

sabato 28 settembre 2019

Ai Pioppi: a Treviso il luna park nel bosco a elettricità zero






Un Luna Park a elettricità zero, una vera e propria alternativa sostenibile ai più famosi parchi di divertimento del mondo. Si trova a Nervesa di Battaglia, vicino a Treviso. Ogni anno richiama ben 50 mila visitatori.



Il Luna Park è nato dall’ampliamento di un’osteria di famiglia presente da decenni in questa zona. La fama di questo luogo ha raggiunto anche l’estero, fino ad approdare sulle pagine di The Guardian. Ai Pioppi è il nome di questo Luna Park senza elettricità che sta diventando sempre più noto in Italia e all’estero.


Il Luna Park si trova in una zona boschiva alle spalle del ristorante di famiglia. Bruno Ferrin, il proprietario, ha aperto il ristorante nel 1969, ed ha trascorso i successivi quarant’anni a dare forma ad un progetto davvero ambizioso.


Il parcogiochi è gratuito per tutti i clienti del ristorante. L’osteria e il parco giochi sono aperti solo sabato, domenica e festivi dalle 10.30 fino a sera, con cucina con orario continuato, cena compresa. Ad agosto l’apertura sia della cucina che del parcogiochi è prevista tutti i giorni.


Per il funzionamento delle giostre di questo speciale Luna Park non serve l’elettricità o ne basta pochissima. Al momento il Luna Park Ai Pioppi è composto da 45 giostre tutte azionate soltanto dalla forza di chi vi sale sopra.

In questo Luna Park ci si diverte rimanendo a diretto contatto con la natura, dato che le giostre sono immerse in un bosco di faggi, castagni, platani, betulle e olmi, che fanno da sfondo rilassante ad una zona collinare molto piacevole.

Nello speciale parcogiochi senza elettricità troviamo liane, scivoli, il giro della morte in bici, il pendolo, le catenelle, le altalene, una teleferica, una ruota ispirata all’uomo vitruviano e molto altro ancora. Presto alle attrazioni potrebbe aggiungersi una catapulta gigante.

Ai visitatori viene chiesto di consumare un pasto all’osteria – invece di portare con sé il cestino da pic-nic, così per l’ingresso al parcogiochi non si deve pagare nulla di più. Gli ospiti sono pregati di avvisare il personale se avvistano un gioco che sta per rompersi. In questo modo possono contribuire alla manutenzione del Luna Park.






Siete curiosi di fare una visita a questo Luna Park fuori dal comune?

Qui troverete tutte le informazioni che cercate.

Roma: Mille orti per mille giardini scolastici






Al via “Mille orti per mille giardini scolastici” un progetto educativo innovativo realizzato dall’Assessorato alle Politiche del verde, Benessere degli animali e Rapporti con la cittadinanza attiva nell’ambito del decoro urbano e dal Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale.

L’iniziativa mette gratuitamente a disposizione degli istituti comprensivi di Roma Capitale che ne faranno richiesta le attrezzature per creare orti didattici e diffondere le pratiche dell’orticoltura urbana e dello sviluppo sostenibile attraverso il contatto diretto degli studenti con la natura e le tecniche di coltivazione. Alle numerose adesioni già pervenute se ne potranno aggiungere altre poiché non è prevista una scadenza per partecipare al progetto.

Compreso nell’appalto anche l’allestimento di un prototipo di orto modulare rialzato che i responsabili delle scuole interessate possono visionare da oggi presso il Semenzaio di San Sisto.

La struttura modulare, composta da cassoni in legno rialzati da terra e tavoli, potrà così essere agevolmente collocata nei vari ambienti a seconda delle esigenze di ciascun istituto e sarà corredata, tra l’altro, da terriccio, attrezzi da lavoro, e materiale utile come innaffiatoi, vaporizzatori, palette da giardiniere e rastrelli.

“Si tratta di un progetto importante che permetterà agli alunni di fare un’esperienza reale e non virtuale: i bambini pianteranno dei semi e saranno impegnati nella coltivazione dell’orto. Curando le piante – ha dichiarato l’assessora alle Politiche del verde, Benessere degli animali e Rapporti con la cittadinanza attiva nell’ambito del decoro urbano, Laura Fiorini – acquisiranno la virtù della pazienza e della costanza e si allontaneranno dal mondo artificiale di tablet e cellulari per immergersi nella vita reale con tutti i suoi limiti e le sue meraviglie. Grazie alla struttura modulare anche le scuole i cui giardini non sono idonei alla coltivazione potranno realizzare un percorso didattico che consentirà agli studenti di comprendere che non tutto si ottiene immediatamente, schiacciando un pulsante”.

https://www.comune.roma.it/web/it/notizia.page?contentId=NWS426037

Il bastone intelligente per non vedenti





C’è un numero stimato di oltre 250 milioni di ipovedenti nel mondo e 50 milioni utilizzano un bastone per camminare.

Da quando si è iniziato ad utilizzare il bastone, nessuna innovazione è stata fatta in questo ambito. Le città inoltre sono difficili e per le persone con disabilità visive possono essere come una corsa ad ostacoli o un labirinto. E’ per questo che alcuni ricercatori della Young Guru Academy in Turchia hanno ideato un bastone tecnolgico, integrato via bluetooth con l’app per smartphone WeWalk.

Utilizzando i controlli del touchpad sul bastone intelligente, l’utente può controllare il proprio smartphone senza estrarlo dalla tasca (lasciando una mano libera per altre attività). Il bastone tramite sensori a ultrasuoni avvertirà l’utente degli impedimenti vicini attraverso le vibrazioni nell’impugnatura.

Inoltre WeWALK offre integrazioni con app di terze parti come Google Maps con navigazione diretta via voce. L’integrazione nativa con Voice Assistant e il software di Google Maps informa l’utente dei negozi vicini e degli edifici che potrebbe non essere in grado di vedere.

giovedì 26 settembre 2019

Cosa sono le BioPlastiche



Le bioplastiche sono materie plastiche derivate da fonti rinnovabili di biomassa, come grassi e oli vegetali, amido di mais, paglia, trucioli di legno, rifiuti alimentari, acido lattico. La bioplastica può essere prodotta da scarti agricoli, da bottiglie di plastica riciclate e altri contenitori che utilizzano microrganismi.

Possiamo quindi parlare di vere alternative alla plastica comune.

Le plastiche comuni, cioè quelle a base di combustibili fossili, derivano dal petrolio o dal gas naturale, sono spesso riciclabili, ma assolutamente non biodegradabili (o quantomeno impiegano secoli). Le BioPlastiche sono “spesso” biodegradabili e compostabili, se correttamente smaltite nell’umido e successivamente sottoposte al processo di compostaggio.

Essendoci oltre 10 versioni di BioPlastica in commercio, circa il 70% di queste non è biodegradabile ne compostabile, bensì solo riciclabile, e anche queste rilasciano le famose microplastiche di cui sentiamo tanto parlare ultimamente. Restano in ogni caso materiali più ecologici rispetto a quelli di origine petrolifera, in quanto realizzati con materie prime naturali.

Tra gli svantaggi della BioPlastica segnaliamo che non può essere utilizzata per imbottigliare bibite gassate, come del resto non viene usata per confezionare alimenti sottovuoto. Inoltre, non resiste a temperature superiori a 45°.



domenica 15 settembre 2019

Tavola Rotonda sulla “Mobilità attiva”

Una tavola rotonda sui benefici della mobilità attiva, in occasione dell’apertura della European Mobility Week, si terrà lunedì 16 settembre presso l’Auditorium del Ministero dell’Ambiente (ingresso da via Capitan Bavastro 174, accesso consentito fino ad eseurimento posti a sedere). La settimana europea della mobilità, giunta quest’anno alla diciottesima edizione, è un appuntamento fisso per le amministrazioni e per i cittadini, ed è quest’anno incentrata sulla sicurezza dell’andare in bicicletta e sui vantaggi che le forme di mobilità attiva hanno per la nostra salute e l’ambiente nonché sul potenziale miglioramento della mobilità urbana. Appuntamento lunedì 16 settembre alle ore 15 in Auditorium, per l’apertura dei lavori e le introduzioni di Renato Grimaldi, Direttore Generale della Direzione per il clima ed energia (CLE), Alessandro Bratti, Direttore Generale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Angelo Mautone, Direttore generale per i sistemi di trasporto ad impianti fissi e il trasporto pubblico locale (MIT). A seguire, una tavola rotonda alla quale prenderanno parte rappresentanti di enti, associazioni, università, moderata da Tullio Berlenghi, capo della segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

domenica 8 settembre 2019

Smaltire i rifiuti con la torcia al plasma



La parola rifiuti ha sempre identificato due aspetti tra loro fortemente contrapposti, ovvero quello del “problema” e quello della “risorsa”.
La gestione integrata dei rifiuti solidi urbani, assimilati ed industriali, si presenta come la metodologia più corretta per il loro smaltimento, e per il recupero di materia ed energia che ben si armonizza con la necessità, sempre più sentita da parte degli amministratori pubblici e degli operatori del settore, di ridurre al minimo, o eliminare, l’impatto sull’ambiente prodotto dalle attività umane, attraverso raccolta e smaltimento dei rifiuti in termini di risorsa.
Dalla raccolta dei rifiuti in forme diverse (differenziata, non differenziata, porta a porta o collettiva, ecc.), al recupero di materia ed energia, la gestione integrata utilizza diverse tecnologie ormai da tempo adottate sia in Italia che negli altri paesi tecnologicamente avanzati: compostaggio, raccolta differenziata di plastiche, carta e vetro, oltre al recupero energetico del residuo indifferenziato mediante incenerimento con tecniche basate sui principi di combustione.
Negli ultimi tempi si stanno sviluppando impianti di recupero di materia ed energia dai rifiuti basati sul processo di gassificazione e vetrificazione di materiali organici e inorganici, mediante la tecnologia della Torcia al Plasma.
Questo tipo di tecnologia è stata sviluppata, in seguito alle ricerche effettuate presso la NASA per rispondere alle esigenze di sviluppo di materiali in grado di resistere alle altissime temperature generate dall’attrito dell’aria, durante il rientro di capsule spaziali nell’atmosfera terrestre.
Il plasma generato dalle torce è costituito da gas ionizzato ad altissima temperatura (da 7.000 a 13.000°C, a seconda del tipo di torcia utilizzato) ed ha la caratteristica di apportare una grande densità di energia, con massa molto ridotta, costituita dal flusso di gas (aria nel caso di applicazione sui rifiuti) che veicola l’energia dell’arco elettrico all’esterno della torcia. Sottoponendo elementi organici ed inorganici all’azione della torcia, date le elevate temperature e l’elevato trasferimento di energia, le molecole organiche si decompongono, mentre i materiali inorganici vengono fusi. Immettendo vapore si genera un gas di sintesi la cui composizione risulta essere molto simile a quella prodotta nei gasogeni a carbone (il cosiddetto “gas d’acqua”), il cui utilizzo come gas da cucina era molto diffuso prima dell’avvento del metano.
L’applicazione della Torcia al Plasma sui rifiuti permette di generare una “zona” di reazione ove la temperatura è compresa tra i 3.000 ed i 4.000°C. In tale zona i rifiuti organici si decompongono: il carbonio è libero di reagire con l’ossigeno, immesso direttamente nella zona di reazione, formando un gas di sintesi essenzialmente composto da ossido di carbonio ed idrogeno molecolare.
Nei processi chimici legati alle varie fasi, non si hanno emissioni di gas tossici, quali diossine, furani e SVOCs (Composti Organici Volatili Semilavorati), non si ha produzione di scorie e ceneri di fondo contenenti materiali incombusti e metalli pesanti, e non vengono prodotte ceneri volanti contenenti metalli pesanti (cadmio, mercurio, piombo, ecc).
I principali prodotti generati dal processo sono:
• Gas di sintesi: tutti gli elementi organici contenuti nei RSU (Rifiuti Solidi Urbani) si trasformano in gas di sintesi, essenzialmente composti da idrogeno (~53%) e da monossido di carbonio (~33%), con qualche percentuale di azoto molecolare, biossido di carbonio e metano (utilizzato per produrre energia elettrica).
• Materiale di tipo lavico: gli elementi inorganici vengono fusi e trasformati in una roccia di tipo vulcanico, una specie di lava totalmente inerte e non tossica, a bassissima viscosità, nella cui matrice vetrosa sono inglobati e totalmente inertizzati i metalli pesanti. Il materiale di sintesi ottenuto è utilizzabile come materiale da costruzione (es. massicciate stradali, conglomerato cementizio, materiale di riempimento ecc.). Le caratteristiche peculiari di questi impianti, che potrebbe portarli in futuro ad essere una realtà consolidata su larga scala, sono da ricercarsi sul rispetto per l’ambiente, sulla flessibilità nell’accettare insieme, o separatamente, diversi tipi di rifiuti, da quelli ospedalieri al C.D.R. (combustibile derivato dai rifiuti), da quelli pericolosi, sia liquidi che solidi, a quelli industriali. Una ulteriore caratteristica positiva di questo tipo di impianti è il loro essere modulabili, caratteristica che li porta, a differenza degli inceneritori tradizionali, a lavorare dal 30% al 100% della loro potenza nominale, assicurando in tal modo al gestore la possibilità di smaltire senza difficoltà eventuali variazioni stagionali nel flusso dei rifiuti.
Ad oggi, nonostante gli studi più recenti sulle torce al plasma risalgano a qualche anno fa, gli impianti operativi presenti nel mondo sono individuati in poche unità, distribuite tra l’Inghilterra, il Giappone e gli Stati Uniti. Probabilmente l’altissimo livello tecnologico dell’impianto, unitamente agli alti costi di realizzazione e di gestione, hanno frenato l’entusiasmo iniziale degli amministratori sulla fattibilità di un intervento simile. Forse, un’analisi più attendibile e sicura sui costi legati allo smaltimento dei rifiuti con impianti al plasma, sarà possibile solo quando si stabiliranno regole certe sullo smaltimento, sul controllo e sui recapiti finali, soprattutto di rifiuti speciali e pericolosi, la cui trasformazione trova, in questo tipo di impianti, una vera competitività del trattamento.

Funivia Urbana tempi rapidi per costruirla. Ecco come.



Le stazioni, la linea, i veicoli e il magazzino sono le componenti principali di un impianto a fune che a loro volta sono composte da diversi elementi costruttivi standard e non.
Nella fase di offerta di un impianto i venditori raccolgono tutte le informazioni dal cliente e, con il supporto dell’ufficio tecnico, formulano proposte per soddisfare le richieste individuali di ciascun cliente. Una volta sottoscritto il contratto si definiscono un gruppo di lavoro e il relativo Projekt Manager.
Quest'ultimo ha la responsabilità di raggiungere gli obiettivi prefissati del progetto, che sono condivisi nel dettaglio con il gruppo di lavoro nella riunione “Kick-off Meeting”, base di partenza per la realizzazione dell'impianto.
Prima della realizzazione vera e propria si deve predisporre il progetto (disegni, calcoli, relazioni) necessario per ottenere l'approvazione alla costruzione dell’impianto. Successivamente si dispongono la produzione e l'acquisto dei materiali necessari e infine si appaltano i lavori per la realizzazione delle opere edili e per le attività di montaggio.


FASE A

FASE A
Verifiche topografich, geologiche e geotecniche: il controllo topografico consiste nel rilievo dimensionale del terreno per ottenerne una rappresentazione grafica. La verifica geologica e geotecnica consiste nell’analisi delle caratteristiche dei terreni interessati alla costruzione dell'impianto. Entrambe queste verifiche sono funzionali alla corretta progettazione dell'impianto.

Tracciamenti:quest'operazione è necessaria per fissare sul terreno dei riferimenti per le successive operazioni di scavo e di costruzione dei manufatti in cemento armato.

Scavo:  in base alle difficoltà, per la costruzione di impianti a fune vengono utilizzati mezzi diversi, dai grandi escavatori per grossi sbancamenti ai piccoli “ragni” per operazioni in zone difficilmente accessibili.

Opere in cemento armato:  le strutture di base dell'impianto (plinti e steli), gli edifici adibiti a ospitare le cabine di comando, oltre che il magazzino dei veicoli, sono realizzate parzialmente o totalmente in cemento armato.

Contemporaneamente a queste fasi di cantiere viene verificata la disponibilità di elementi standard come le rulliere e le strutture portanti delle stazioni, e viene programmata la produzione e l'acquisto di elementi specifici come i motori, la fune e i sostegni, sulla base dei dati forniti dall'ufficio tecnico, in modo che tutti i componenti possano essere disponibili in cantiere per il successivo montaggio.

FASE B

Fase B
Trasporti/Logistica: le varie componenti dell'impianto ed eventuali apparecchiature di montaggio vengono spedite in cantiere. Per gli impianti oltre oceano il materiale è sistemato in container e trasportato su navi.

FASE C

Fase C

Montaggio strutture in acciaicio: Le strutture in acciaio sono modulari, preassemblate in officina per velocizzare e facilitare il montaggio in cantiere. Nella fase di montaggio vengono utilizzati mezzi trazionati e attrezzature adatte alla conformazione del terreno e in grado di lavorare anche su terreni impervi. In zone non facilmente raggiungibili con mezzi tradizionali, ad esempio nei punti in cui si montano i sostegni di linea, si usano spesso l'elicottero oppure teleferiche per il trasporto di materiale. L'impiego dell’elicottero è considerato una vera e propria sfida per la grande difficoltà e l'assoluta precisione richieste.




Componenti meccaniche e coperture: I freni , i motori elettrici e il riduttore, il cilindro idraulico ed altre apparecchiature vengono assemblate sulle strutture di stazione. Al termine vengono montate le coperture a protezione dei meccanismi di stazione.



Montaggio della fune: completato il montaggio delle parti strutturali delle stazioni e della linea, si procede alla stesura della fune. Il montaggio della fune si conclude con l'impalmatura della fune stessa. La fase di montaggio della fune è sicuramente il momento più interessante, tipico e difficile della costruzione di un impianto a fune ed è eseguito da personale altamente specializzato.

Cablaggi elettrici: Elettrotecnici specializzati eseguono il collegamento dei quadri elettrici di comando e controllo dell'impianto con i motori elettrici e con tutte le apparecchiature di sicurezza previste nelle stazioni e sui sostegni di linea.
Montaggio dei veicoli: È in sostanza l'ultima operazione e consiste nell'assemblare i veicoli alle morse e alle sospensioni e nel posizionarli sulla fune o in magazzino.

domenica 25 agosto 2019

Bleutech Park: La smart city digitale di Las Vegas








Bleutech Park, la prossima smart city digitale, sorgerà nella valle di Las Vegas e i lavori per la sua realizzazione inizieranno a dicembre.

Gli edifici saranno a zero emissioni e presenteranno progetti multifunzionali automatizzati: energie rinnovabili da solare / eolico / acqua / cinetico, veicoli autonomi, intelligenza artificiale, realtà aumentata, Internet delle cose, robotica, e strutture in calcestruzzo autorigeneranti.

Bleutech Park Las Vegas è sponsorizzata da Bleutech Park Properties, Inc, un fondo d’investimento immobiliare che è supportato da importanti investitori istituzionali e investimenti in private equity. Questo progetto avrà un costo di oltre 7,5 miliardi di dollari al completamento entro sei anni. Bleutech Park comprenderà alloggi per la forza lavoro, uffici, spazi commerciali, residenze abitative, hotel e locali da intrattenimento, mostrando al contempo la produzione e lo stoccaggio di energia, il recupero del calore residuo, la depurazione dell’acqua, il trattamento dei rifiuti in loco e la pulizia dell’aria localizzata, introducendo un nuovo bioma ad alta tecnologia nella valle del deserto.

Uno dei partner strategici di Bleutech è il leader tecnologico Cisco.

Questo progetto darà vita a nuove tecnologie e modificherà il futuro della progettazione delle costruzioni. Gli edifici intelligenti saranno dotati di nuovi materiali autorigeneranti, generatori di energia e traspiranti.

I sistemi di pavimentazione all’interno  della città cattureranno e riutilizzeranno l’energia del movimento umano, comprese le aree comuni e i parcheggi. Le risorse per il riscaldamento, il raffreddamento, l’illuminazione e l’elettricità saranno raccolte sul posto. Gli edifici di Bleutech Park saranno collegati a una più ampia rete altamente sostenibile che consentirà una riduzione del 95% del consumo di acqua importata e un’opportunità per migliorare la biodiversità.

Infine, il vetro fotovoltaico sarà standard in tutte le strutture, trasformando interi edifici esterni in singoli pannelli solari, a zero emissioni di carbonio e garantendo il 100% di indipendenza della rete.

“Bleutech crede nell’ascesa della digitalizzazione e della robotica nelle costruzioni poiché ciò aumenterà la produttività e l’efficienza”, ha affermato Bleutech Park Properties, Inc., CTIO, Bertrand Dano. Ha continuato, “La tecnologia indossabile aumenterà la sicurezza sul posto di lavoro, in particolare nel sollevamento e nella ripetizione di carichi pesanti. Crediamo nel futuro della robotica e della loro capacità di migliorare la sicurezza in cantiere e la salute dei dipendenti”. In sintesi, queste nuove tecnologie potrebbero creare una forza lavoro vicina al futuro. La robotica sarà una parte essenziale dell’ecosistema tecnologico che offre sicurezza, utilizzando la biometria e altre tecnologie all’avanguardia, arrivando così ad un livello di sicurezza in tempo reale, sia per i residenti che per i visitatori.

Restiamo in attesa di conoscere gli sviluppi di realizzazione.

sabato 3 agosto 2019

Un omaggio a un piccolo grande uomo. Sandro Piave.




A mano a mano ti accorgi che il vento
Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso
Ma, dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l'inverno potrà mai gelare
Grazie Sandro Francesco Piave


Nel quartiere ormai lo chiamano "il sindaco", ma lui quasi si arrabbia per questa nomea perché lui della politica non gli interessa nulla.Quello che desidera è rendere più bella la periferia e unire i cittadini e ricordare il rispetto e la pacifica convivenza,   regalare un sorriso una speranza...un fiore.
Sandro Francesco Piave,  è  nato a Casalotti. Un quartiere, dice, in cui «non mancano i problemi, ma amo questa zona e per me Roma è tutta qui, non me ne andrei mai». Per questo Piave ha pensato di fare qualcosa ogni giorno. Così ha iniziato a uscire di casa con rastrello e paletta. «Il primo obiettivo è stata la grande rotatoria di Casalotti — racconta — ho tagliato le erbacce e raccolto i rifiuti». Dopo la prima operazione decoro, come un pifferaio magico è riuscito ad attirare altri residenti e dieci fiorai hanno donato piante e arbusti per aiuole e altre rotatorie e grazie al contributo dei cittadini a potuto realizzare tutto questo.


«Poi "il sindaco" Sandro ha fatto fare, sempre gratuitamente, un'insegna con la scritta "Casalotti" per dare il benvenuto a chi entra. Infine, ha iniziato a sistemare marciapiedi e antichi fontanili della zona.
«Non vogliamo sostituirci alle istituzioni ma a Roma c'è tanto da fare e i soldi bastano a malapena per le emergenze ». 
Un uomo semplice e genuino che ormai è diventato un istituzione per casalotti. Ha messo tutti d'accordo. Un grazie a questo grande uomo e amico di Casalotti, questo quartiere è più bello grazie a te.


venerdì 2 agosto 2019

Infrastrutture a rischio collasso rilevabili dallo spazio




Un team di ricercatori del Jet Propulsion Lab della NASA e dell’Università di Bath ha ideato un sistema di allarme basato sul rilevamento satellitare di piccoli movimenti nei ponti e in altre strutture prima di un possibile crollo.
Il team ha raccolto i dati del radar ad apertura sintetica precisa (SAR) dalla costellazione COSMO-SkyMed dell’Agenzia spaziale italiana (ASI) e dai satelliti Sentinel-1a e 1b dell’Agenzia spaziale europea (ESA) e ha combinato tali dati con un algoritmo avanzato per sviluppare il sistema di monitoraggio.
Il sistema un giorno potrebbe essere utilizzato dai governi per offrire avvisi tempestivi sulla stabilità delle strutture o per garantire la sicurezza di grandi progetti infrastrutturali.
Per dimostrare le sue prestazioni, il team ha esaminato 15 anni di immagini satellitari del Ponte Morandi a Genova, in Italia (scarica il Pdf dello studio). Quando le immagini satellitari sono state riviste con la tecnica dei ricercatori, il team ha scoperto che anche se lo stato del ponte fosse stato segnalato prima del suo crollo, le immagini satellitari accoppiate con l’algoritmo potevano individuare quando la deformazione della struttura sarebbe avvenuta, molti mesi precedenti il crollo.
L’autore principale del Jet Propulsion Laboratory, Dr. Pietro Milillo, ha dichiarato: “La tecnica segna un miglioramento rispetto ai metodi tradizionali perché consente agli scienziati di misurare i cambiamenti con frequenza e precisione senza precedenti. Non avremmo potuto prevedere questo particolare collasso perché le tecniche di valutazione standard disponibili al momento non potevano rilevare ciò che possiamo vedere ora.”
Sebbene esistano attualmente metodi di monitoraggio strutturale che rilevano segni di movimento nelle strutture, tendono a concentrarsi esclusivamente sui luoghi in cui sono stati posizionati i sensori. Il nuovo approccio, tuttavia, è in grado di monitorare quasi in tempo reale intere strutture grazie a satelliti posizionati ad angoli diversi, raccogliendo dati sull’intera struttura piuttosto che da punti specifici lungo la struttura.
“Abbiamo dimostrato che è possibile utilizzare questo strumento, in particolare la combinazione di dati diversi provenienti dai satelliti, con un modello matematico, per rilevare i primi segni di collasso o deformazione”, ha spiegato la dott.ssa Giorgia Giardina, docente all’Università di Bath Dipartimento di Architettura e Ingegneria Civile.
La ricerca appare sulla rivista Remote Sensing. Articolo apparso su Engineering 360.

People Mover Jonio (Metro B1) - Porta di Roma


Descrizione dell'intervento
Sistema leggero "innovativo" di trasporto pubblico, completamente automatico e in sede propria, che partendo dalla stazione della metropolitana della Linea B1 di Jonio raggiunge il quartiere della Bufalotta/Porta di Roma in prossimità del GRA.

Caratteristiche del progetto
L'intervento prevede la realizzazione di un sistema leggero "innovativo" di trasporto pubblico, completamente automatico, dotato di sede propria (il tracciato ha quindi una completa separazione dagli altri sistemi di trasporto e dal traffico sia pedonale sia automobilistico) che partendo dalla stazione della metropolitana della linea B1 di Jonio raggiunge il quartiere della Bufalotta-Porta di Roma in prossimità del GRA.
Oltre alle due stazioni terminali sono previste cinque stazioni intermedie:

• Tufello
• Mercato
• Gronchi
• Vigne Nuove
• Casale Nei

Sono anche previste una serie di opere complementari quali:

• l'allargamento e riqualificazione di uno dei marciapiedi di via Scarpanto tra via delle isole Curzolane e via Gran Paradiso al fine di migliorare lo scambio tra il filobus e le stazioni della metropolitana/people mover, che diventerebbero una unica stazione;
• la risistemazione del parco Kennedy e interventi di traffic calming tesi alla parziale pedonalizzazione di via Monte Massico con opere di riqualificazione e attrezzature di arredo urbano;
• la realizzazione di un parcheggio per circa 300 p.a. su via Iacobini in prossimità del mercato;
• un parcheggio con sopraelevazione di tipo fast park in prossimità della stazione di Casal Nei per circa 700 p.a.;
• un nuovo parco lineare urbano lungo via Carmelo Bene con fermate dei bus e due parcheggi per complessivi circa 510 (270+240) p.a.;
• un nuovo soprappasso pedonale che colleghi la "piazza" interna al centro commerciale Porte di Roma con via di Settebagni consentendo così di raggiungere il palazzo dell'Agenzia delle Entrate e il nuovo tempio dei Mormoni.

La tipologia dell'impianto è il sistema Automated People Mover a fune di trazione del tipo ad "ammorsamento temporaneo e automatico". I veicoli sono collegati alla fune mediante morse ad apertura e chiusura automatica. Il moto realizzato dalla fune è continuo: nelle stazioni, i veicoli si sganciano dalla fune e possono fermarsi; quando i veicoli devono entrare in linea, dopo una breve accelerazione che consente loro di raggiungere la velocità della fune la morsa si chiude garantendo l'aggancio del veicolo che compirà il percorso alla velocità di regime. L'impianto sarà dimensionato per trasportare fino a 4.500/4.800 passeggeri ora per senso di marcia.
In termini di frequenza le cabine entreranno in stazione circa ogni 60 secondi nelle ore di punta e rimarranno in stazione per 30 sec.. Il tempo di percorrenza dell'intero percorso sarà di 12 minuti e 18 secondi.
Le vetture ospiteranno 75/80 persone, di cui 8/12 seduti e saranno in grado di ospitare sedie a rotelle, biciclette o passeggini. Si è stimato che per soddisfare la richiesta di trasporto verranno utilizzate circa 25 vetture.

Al fine di migliorare la copertura territoriale del sistema e diffonderlo vieppiù nell'ambito urbano attraversato, il progetto prevede anche la realizzazione di un ulteriore impianto autonomo strettamente collegato a quello principale, che dalla stazione Gronchi arrivi fino all'incrocio tra via Fucini e via della Bufalotta. Si tratta di circa 1.000 m di percorso la cui piattaforma infrastrutturale è in gran parte esistente in quanto predisposta all'atto della costruzione del viadotto dei Presidenti per un corridoio della mobilità. Questo impianto, sempre a fune, sarebbe del tipo ad "ammorsamento fisso" su una unica via di corsa con due vetture che si incrociano a metà percorso e con due sole stazioni, Gronchi e Fucini.
Il tempo di percorrenza sarebbe di circa 120 sec., oltre ai 30 sec. di fermata in stazione, con veicoli della stessa dimensione di quelli dell'impianto principale (75/80 persone) in grado di fornire una capacità complessivi 24 viaggi ora per complessivi 1.800/1.900 passeggeri ora per senso di marcia.

Stato delle attività
Gli studi progettuali preliminari e il progetto di fattibilità tecnico-economica sono completati.

Valore stimato dell'investimento
180 mln.

Decodificare i segnali cerebrali in parole




Questo è un vero passo verso un sistema che permetterebbe alle persone di inviare messaggi direttamente dal loro cervello.
Ora gli scienziati di San Francisco dicono di aver sfruttato questi segnali cerebrali per creare un dispositivo in grado di creare frasi complete (Esempi dei test effettuati: “Non fare i piatti sporchi di Charlie” e “Le attrezzature importanti richiedono una manutenzione adeguata”).

Ma le conseguenze potrebbero essere incredibili.
La ricerca è un passo verso un sistema in grado di aiutare le persone gravemente paralizzate a parlare e, forse un giorno, permettere a chiunque di inviare un testo direttamente dal cervello.
Una squadra guidata dal neurochirurgo Edward Changdell’Università della California, ha registrato alcuni segnali, direttamente dal cervello di cinque persone con epilessia, mentre ripetevano un elenco di 100 frasi. Successivamente il team ha analizzato al computer quei segnali registrati e li ha utilizzati per generare un discorso sintetizzato di senso. Lo strumento ascolta i nervi mentre gli organi vocali si muovono. In precedenza, i ricercatori hanno utilizzato tali segnali motori da altre parti del cervello per controllare le braccia robotiche.
“Stiamo attingendo alle parti del cervello che controllano questi movimenti e stiamo cercando di decodificare quei segnali”, dice Chang.
Questo è probabilmente il miglior lavoro svolto in questo ambito in questo momento.
Altri sforzi precedenti avevano cercato di ricostruire parole o suoni da segnali cerebrali. Nel gennaio di quest’anno, ad esempio, i ricercatori della Columbia University hanno misurato i segnali nella parte uditiva del cervello. Alcuni soggetti dovevano ascoltare un oratore che ripeteva numeri da 0 a 9. I segnali registrati erano perfettamente comprensibili, tanto da poter risalire al numero che era stato udito.
Queste interfacce cervello-computer non sono ancora sufficientemente avanzate, né abbastanza semplici

In Svezia la prima acciaieria a Idrogeno



L’acciaio è un componente essenziale della società moderna e con l’aumento della popolazione mondiale aumenterà anche il fabbisogno di acciaio. L’acciaio svolge un ruolo fondamentale nella nostra vita moderna, dalle posate ai telefoni cellulari, dalle apparecchiature mediche alle automobili, dagli edifici alle ferrovie e ai ponti. Le cose che non sono fatte di acciaio sono molto probabilmente prodotte da macchine o utensili in acciaio.
L’industria siderurgica è una delle industrie che emettono più CO2, con il 7% delle emissioni di CO2 a livello mondiale. Si prevede che la crescita della popolazione mondiale e l’urbanizzazione daranno luogo a un aumento della domanda mondiale di acciaio entro il 2050. L’impronta di carbonio nell’industria siderurgica rappresenta quindi una sfida sia per l’Europa che per il mondo.Per questo motivo, nel 2016, SSAB (il maggiore produttore di acciaio dei paesi nordici), LKAB (il maggiore produttore europeo di minerale di ferro) e Vattenfall (uno dei maggiori produttori europei di elettricità) si sono unite per creare HYBRIT, un progetto di joint-venture che mira a rivoluzionare la produzione di acciaio. HYBRIT mira a sostituire il carbone, tradizionalmente necessario per la produzione di acciaio, con l’idrogeno. Il risultato sarà unico: La prima tecnologia al mondo per la produzione di acciaio senza l’impiego di combustibili fossili, con un’impronta di carbonio praticamente nulla.La Svezia ha condizioni uniche per questo tipo di progetto, con un buon accesso all’elettricità priva di combustibili fossili, al minerale di ferro di altissima qualità in Europa e a un’industria siderurgica specializzata e innovativa L’impianto pilota è in costruzione e produrrà acciaio utilizzando idrogeno prodotto da energia rinnovabile. Le uniche emissioni saranno il vapore acqueo.I piani prevedono di lavorare con la struttura pilota per alcuni anni, fino al 2024. L’impianto dovrebbe avere una capacità di riduzione del ferro di circa 1-2 tonnellate all’ora e sarà impiegato per lo più come strumento sperimentale. Dal 2025, i tre partner si impegneranno a costruire un’acciaieria a idrogeno dimostrativa che funzioni come una vera struttura industriale, operativa 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e con una capacità di mezzo milione di tonnellate all’anno.


martedì 16 luglio 2019

Da Casalotti a Battistini in funivia, il progetto è concreto

Da Casalotti a Battistini in funivia, il progetto è concreto: l'opera costerà 110 milioni di euro Roma Metropolitane ha pubblicato rendering e informazioni sull'infrastruttura: 4 chilometri in 18 minuti, sette le stazioni previste Dal capolinea della metro A di Battistini oltre il Grande Raccordo Anulare, verso la borgata di Casalotti, sospesi per aria sopra traffico e strade congestionate: prende forma il progetto della funivia Casalotti-Battistini, l'infrastruttura per la quale la Sindaca Raggi vorrebbe porre la prima pietra entro fine mandato, dunque per la metà del 2021.  Funivia Casalotti Battistini: il percorso  Un tracciato di 3,85 km con 7 stazioni, due attestamenti terminali e cinque intermedie: Battistini, Acquafredda, Montespaccato, Torrevecchia, Campus, Collina delle Muse/GRA e Casalotti/GRA. Tempo di percorrenza poco meno di 18 minuti, 17 e 34 secondi per la precisione. Questo quanto emerge dal rendering pubblicato da Roma Metropolitane.  La tipologia di impianto a fune adottata per il progetto è quella della "cabinovia ad ammorsamento automatico": un impianto monofune di tipo aereo a movimento continuo che sgancia la cabina dalla fune traente/portante durante l'attraversamento delle stazioni, per consentire il passaggio nelle banchine a una velocità ridotta agevolando così l'imbarco e lo sbarco dei passeggeri. Raggi presenta la funivia, ecco il progetto: "Pronto entro il 2021" In cabina tra Battistini e Casalotti 3600 persone l'ora In base alle stime saranno circa 3600 a ora e per senso di marcia gli utenti che la funivia Casalotti Battistini potrà trasportare.  In termini di frequenza, le cabine entreranno nella stazione ogni 10 secondi nelle ore di punta. Le cabine ospiteranno 10 persone, con due file di 5 posti uno di fronte all'altro, i sedili saranno di tipo individuale e reclinabili per ospitare sedie a rotelle, biciclette o passeggini. Per soddisfare la richiesta di trasporto saranno utilizzate circa 200 cabine da 10 posti ognuna. A sorreggere l'infrastruttura da Battistini a Casalotti 41 piloni con altezza compresa tra 15 e 36 metri: saranno costruiti in acciaio zincato e montati su un basamento in calcestruzzo armato di forma cilindrica, mentre le fondazioni saranno realizzate in opera su palificate.


Da Casalotti a Battistini in funivia, il progetto Intorno alla funivia parcheggi e ponti Oltre alla funivia il progetto prevede anche una serie di opere complementari come parcheggi di scambio, ponti, opere stradali e interventi sul verde al di sotto della linea aerea, oltre che l'adeguamento della quota dei cavi di due elettrodotti di media/alta tensione per consentire il passaggio della cabinovia. 530 i posti auto complessivamente previsti nei parcheggi a raso a servizio delle stazioni Casalotti, Collina delle Muse/GRA e Torrevecchia; 43 nel parcheggio interrato a un solo livello asserviti all'impianto sportivo di Battistini in sostituzione del parcheggio a raso esistente.  Con l'impianto a fune sospesa da realizzare anche un ponte in corrispondenza dell'attraversamento del GRA ( Anas ha dato parere favorevole)e un ponte ciclopedonale per l'attraversamento di via di Boccea in adiacenza alla stazione Acquafredda.  Funivia Casalotti Battistini: opera da 110 milioni di euro Per la funivia Casalotti Battistini gli studi progettuali preliminari e il progetto di fattibilità tecnico-economica sono completati. La durata dei lavori stimata in 19 mesi. Un'opera da 110milioni di euro che per la Giunta Raggi potrebbe cambiare il volto della mobilità di quel quadrante della città. 




Si stanno concludendo le indagini geognostiche per la progettazione della funivia urbana casalotti Battistini.  


Una volta ultimata questa fase necessaria, ci sarà la stesura del progetto defenitivo, che verrà presentato ufficialmente in aula consiliare del municipio 13 e con il finanziamento da parte del Ministero, partirà la gara per l'aggiudicazione del' appalto e potranno partire i lavori.
Già lo scorso dicembre 2018 Roma Capitale aveva richiesto al Ministero delle Infrastrutture i finanziamento del progetto compresi a quelli contenuti nel Piano, ovvero le tre nuove tramvie, il potenziamento e l’estensione di linee ferroviarie urbane, le due funivie (casalotti e Magliana) e l’acquisto di nuovo materiale rotabile.  Istanza mit



Ecco da dove nasce l'idea Funivia Urbana Casalotti Battistini 


lunedì 15 luglio 2019

I gatti allungano la vita: combattono la depressione e fanno bene al cuore




Adottare un gatto allunga la vita. Secondo diverse ricerche, infatti, il contatto con i felini avrebbe numerosi effetti benefici sprattutto per i cardiopatici. Per questo motivo la Fondazione Iseni e il Centro Cuore Malpensa, che l'anno scorso avevano lanciato una pet-therapy con l'adozione gratuita di cani, partono ora, da ottobre, con un'analoga iniziativa con i gatti.

«I principali benefici riguardano la sfera dei disturbi stress-correlati e depressivi e la sindrome ansiogena - spiega Andrea Macchi, direttore della struttura, che a sua volta ha adottato un micio -. Il contatto con il pelo del gatto produce ossitocina, l'ormone della felicità. A differenza del cane, la difficoltà del gatto a fidarsi dell'essere umano stimola in quest'ultimo l'autocontrollo e l'impegno prolungato nella relazione. Il contatto con il pelo è piacevole e distensivo, agisce in modo positivo su battito, frequenza cardiaca e pressione arteriosa. Tutto ciò produce quindi enormi benefici a livello cardiovascolare, prolungando e migliorando quindi la vita umana».

«Abbiamo deciso di avviare, attraverso la Fondazione Iseni, dei protocolli di intesa con alcuni gattili del territorio gestiti da volontari dove vengono portati i gatti abbandonati. Proporremo a chi soffre di patologie cardiache l'adozione di un cucciolo - rende noto il presidente Fabrizio Iseni -. Una soluzione con un doppio risultato: primo, ovviamente, prolunga la vita ai malati, secondo dà una casa ai gatti abbandonati, che avranno così una famiglia e ripagheranno tutto l'affetto che ricevono regalando anni di vita a chi se ne prende cura».

domenica 14 luglio 2019

Abbiamo un decimo della ricchezza che avevamo negli anni 80



La situazione economica italiana, quella del ‘miracolo italiano‘, è nata come connubio tra le piccole banche, che erano prevalentemente locali e le piccole imprese familiari. Quel modello ci ha portato a diventare uno dei più grandi paesi del mondo, tanto che nel 1980-81 eravamo arrivati a un rapporto di 25% di risparmio sul reddito.
Oggi, al contrario, il risparmio che le famiglie italiane hanno alla fine del mese è di poco superiore al 2%. Con la lira c’era l’occupazione, c’erano gli investimenti, la spesa pubblica e, soprattutto, c’era la ricchezza delle famiglie.
E’ evidente che, allo stato attuale, siamo a un decimo della ricchezza che avevamo quarant’anni fa.

Malvezzi Quotidiani, l’appuntamento con l’economista Valerio Malvezzi per comprendere i meccanismi dell’Economia Umanistica.


Motore Schietti: la Spiegazione tecnica




Provo di nuovo a parlare del mio Motore che riesce a pompare acqua ad oltre 150 metri di altezza con lo stesso sforzo di pomparla da 10 cm e sfruttare la sua caduta per dare energia elettrica pulita a tutto il mondo. Sforzatevi di capire , è in gioco il futuro del pianeta perchè c'è un boicottaggio, tant'è che ho sporto a tutte le polizie del mondo.



Il funzionamento è analogo alla Pompa di Ctesibio (o pompa a mano) solo che si aumenta la pressione dell'aria sulla superficie dell'acqua mettendo la pompa e tutto l'impianto dentro una camera pressurizzata a 15 atmosfere e l'acqua risale fino a 150 metri sfruttando poi la sua caduta. Ho messo una pompa dentro una camera iperbarica, non servirebbe aggiungere altro, però se volete approfondire proseguite pure.



(La notizia dell'invenzione viene data da anni a pagamento su Facebook, almeno 10 milioni di volte anche con lettere aperte a personaggi famosi come Greta Thunberg, Beppe Grillo, Mattarella. Fra le migliaia di Mi Piace e Condividi ci sono centinaia di Ingegneri e Architetti. Decine di persone hanno donato per pagare le spese della pubblicità su Facebook. Sono stato invitato all'Università La Sapienza di Roma a tenere una lezione sul Motore Schietti ad ingegneri esperti di energia. L'Ingegnere Filippi ha risposto varie volte a domande sul Motore Schietti dai microfoni di Radio Gamma 5. Per anni Repubblica e Corriere hanno citato il Motore Schietti nei commenti di articoli pertinenti. Oltre 100 gruppi Facebook hanno pubblicato post del Motore Schietti fra cui molti di ingegneria, fisica e architettura. Se avete dei dubbi e ritenete che sia una bufala per raccogliere donazioni denunciatemi a Polizia, Carabinieri, Striscia, le Iene, Report, Butac, Wikipedia, o chi volete, ma sono io che ho sporto denuncia per il boicottaggio. Per capire bene la problematica leggete le FAQ)




La pompa di Ctesibio riesce a pompare acqua attratta dal vuoto quasi senza sforzo fino 10,33 metri di altezza per via della pressione atmosferica che viene esercitata sulla superficie dell'acqua. Pompa con lo stesso sforzo a 10 cm, 1 metro, 3 metri, 5 metri, 7 metri e 10 metri. Fino a 10,33 metri.



Torricelli dimostrò il suo funzionamento con il barometro (cerca pure su qualsiasi enciclopedia, su google o guarda i disegni delle spiegazioni cliccando per ingrandirli). Nella pompa di Ctesibio (o pompa a mano) l'acqua rimane in sospensione a 10 metri come il mercurio a 76 centimetri nel barometro di Torricelli per la pressione dell'aria sulla superficie dell'acqua. Il mercurio pesa 13 volte di più dell'acqua.



Con il trucco delle valvole che si aprono e si chiudono alternativamente, l'acqua viene estratta dalla pompa dall'altezza di 10 metri e non deve essere pompata ogni volta dalla base e quindi si compie pochissimo sforzo, bisogna solo muovere la pompa e la pressione atmosferica spinge sempre nuova acqua fino a 10 metri. Diversamente se con la corda e una carrucola si dovesse portare un secchio d'acqua fino a 10 metri di altezza, il terzo piano di una casa, si farebbe uno sforzo decine di volte maggiore. Si può studiare il fenomeno nelle cannucce delle bibite, l'acqua in sospensione nella cannuccia viene aspirata direttamente in bocca e non deve essere aspirata ogni volta dal bicchiere perché la pressione atmosferica sostituisce quella appena bevuta. Lo sforzo per aspirare acqua con la cannuccia delle bibite è lo stesso a 5 cm, a 10 cm o a 20 cm, non il doppio o il quadruplo. E' lo stesso anche a 10 metri.

Non viene sfruttato questo metodo perché non bastano 10 metri per produrre tanta energia e si riuscirebbe a malapena ad azionare una pompa elettrica a ciclo continuo per via dei rendimenti delle turbine a bassa pressione 60%, dei motori elettrici 90%, delle pompe che hanno un peso 70% e degli attriti dei tubi 90%. Un impianto alto 10 metri per sfruttare poi nella pratica un rendimento di un metro o due non conviene, l'energia costerebbe decine di volte di più di quella solare. Ci vuole anche tanta acqua. Per avere un surplus di 1,5 kWh servirebbe poi una turbina da minimo 5 kWh per azionare anche la pompa. Fare un torrente da quasi 1 metro cubo di acqua al secondo nella propria abitazione o nel giardino è impossibile. Anche una piscina alla base costa. Nessuno spenderebbe 70-100 mila euro per un impianto effettivo da 1,5 kwh.

Però se si aumenta la pressione dell'aria sulla superficie dell'acqua di 4 volte tramite una camera pressurizzata a 4 Atmosfere, si riesce a far risalire l'acqua 4 volte di più fino a oltre 40 metri e le turbine ad alta pressione con resa al 90% cominciano a girare. Se si aumenta ulteriormente la pressione dell'aria dentro la camera iperbarica l'acqua risale anche fino a 70, 100 o meglio 150 metri. La pompa impiega la stessa energia a 10 metri, a 40, a 100 e a 150 metri. A 150 metri si pompa acqua con lo stesso sforzo che a 10 metri e già a 10 metri non si compie quasi nessuno sforzo. Nessuno ci aveva pensato, da 150 metri si può produrre tanta energia a poco prezzo, mentre a 30-40 metri il costo sarebbe altissimo per via della camera iperbarica. Più si sale e più conviene.

Una camera pressurizzata (comunemente detta camera iperbarica) è come una camera d'aria della bici, una volta raggiunta la pressione si mette un tappino e tiene la pressione senza consumare energia. Quindi si consuma un po' di energia a metterla in pressione, ma poi rimane pressurizzata senza ulteriore consumo per giorni o addirittura settimane finchè non la si apre per manutenzione.



Guardate il disegno: va costruita una camera sigillata con dentro aria compressa a 15 atmosfere in cui istallare una piscina contenente acqua, quindi una conduttura immersa dentro come fosse una cannuccia delle bibite, poi una pompa di Ctesibio elettrica alla cima della conduttura per aspirare acqua a oltre 150 metri di altezza con pochissimo sforzo attratta dal vuoto e infine sfruttare la sua caduta dentro la piscina come in una centrale idroelettrica con delle turbine. Avviene tutto dentro la camera pressurizzata, la pompa è dentro la camera. Non è un autoclave come nelle case in cui l'acqua sgorga dai rubinetti per la differenza di pressione con la cisterna pressurizzata. L'acqua non viene tolta dalla camera pressurizzata aspirandola con la pompa e non va reimmessa. Rimane sempre dentro.

E' facile da capire, se c'è 1 Atmosfera di pressione dell'aria sulla superficie dell'acqua, l'acqua risale di 10 metri attratta dal vuoto come si sa da oltre 2000 anni con la pompa di Ctesibio (o con le cannucce delle bibite in cui si aspira liquido pesante come se fosse aria, o con le siringhe delle iniezioni, o col barometro di Torricelli). Se invece facciamo 15 atmosfere dentro una camera pressurizzata risale senza problemi fino a 150 metri ed allora il Motore Schietti diventa abbastanza efficiente per produrre energia elettrica su ampia scala (se ci fossero perdite di carico per gli attriti dei tubi e a 15 atmosfere l'acqua risalisse fino a 120 metri, basta aumentare la pressione a 19-20 atmosfere. Anche la pompa a mano nella pratica aspira acqua fino a 9 metri circa).



Per produrre tanta energia a 50 metri serve il doppio dell'acqua che a 100 metri e il triplo che a 150 metri. Quindi il motore va costruito alto almeno 150 metri. Con una grossa pompa di Ctesibio elettrica è sicuramente possibile aspirare a 150 metri una decina di metri cubi di acqua al secondo senza sforzo (come se fosse a 1 metro). Con una torre dal costo poco superiore a 40 milioni, con la pompa di aspirazione e una condotta di caduta, si può produrre fino a 10 MW consumando massimo 1 MW con le pompe. Con impianti da 10-12 torri si potrebbe dare energia a 100 mila abitanti.

Per capire il vantaggio immaginate una bottiglietta d'acqua portata a 150 metri senza fatica (mezzo litro d'acqua con una sola pompata a mano invece di essere issato con una corda), e poi, lasciandola cadere ad accelerazione gravitazionale, l'urto contro il suolo. Nelle turbine ogni litro di acqua che aziona le pale ha sopra di sè il peso di 150 metri di acqua nella condotta, molte tonnellate. Ogni litro passa ad alta velocità con la forza del peso di molte tonnellate. Teoricamente c'è una proporzione di almeno 1 a 150 fra l'energia consumata dalle pompe e quella che si ottiene nella turbina. Nella pratica ho calcolato delle pompe elettriche che consumino un 1/10 dell'energia prodotta.



Le turbine idroelettriche Francis hanno un rendimento fino al 94% rispetto all'energia potenziale, quindi l'energia cinetica si trasforma quasi tutta in energia elettrica. Per produrre 10 MW da 150 metri con una resa del 90% servono quasi 8 metri cubi di acqua al secondo. Le turbine Francis nella foto hanno potenza di 10 MW con salto di 108 metri. La portata d'acqua di questa turbina è di circa 11 m3/s. Notate come la condotta  a forma di chiocciola si rimpicciolisce per ridurre la portata dell'acqua sulle pale della turbina. In alcune turbine Francis è ancora più evidente.



La riduzione della dimensione dell'iniettore dell'acqua si può notare meglio nelle turbine Pelton. Condotte anche di 2-3 metri di diametro hanno ugelli di pochi centimetri da cui l'acqua esce con altissima pressione a vari metri cubi al secondo. L'acqua scorre senza attriti nella condotta larga e poi esce al massimo della potenza dagli ugelli. La portata d'acqua della turbina nella foto è di circa 15 m3/s con un balzo di 290 metri ed una potenza di 36 MW. La resa di una turbina Pelton è di circa l'88%. Vengono utilizzate soprattutto per balzi considerevoli anche di 1000 metri.



Si può vedere bene nell'animazione la dimensione degli ugelli. Quando la punta arretra esce l'acqua dai fori.



Per portare l'acqua a 150 metri e sfruttare la sua caduta vanno realizzate delle pompe di Ctesibio molto grandi per permettere all'acqua di scorrere bene dalle valvole e dal foro di uscita. La dimensione della pompa deve essere minimo alcune decine di volte quella complessiva degli ugelli delle turbine Pelton. Deve essere maggiore anche alle condotte di caduta di almeno 2-3 volte. Più grande si riesce a farla meglio è, l'acqua scorre meglio, però senza esagerare.



Quindi va fatta una pompa particolare di circa 3 metri diametro con un grande foro da cui l'acqua sgorghi a 360 gradi senza intralci. Meglio di due sole valvole di 3 metri dovrebbe essere farne tante di pochi centimetri in modo che si aprano e chiudano bene velocemente. L'escursione dello stantuffo per ogni pompata, il movimento su e giù della pompa, secondo me deve essere di circa 50 cm, per 2,5 volte al secondo, quindi 3,2 m3 di acqua, 3,2 tonnellate a pompata. Se una pompa sola di 3 metri di diametro risultasse troppo grande, se ne possono realizzare 4 di 2 metri di diametro, volendo con ritmo anche di 3-4 pompate al secondo (o con un ritmo minore, ma un'escursione maggiore anche di 1 metro). Ma può essere che sia meglio una pompa di 4,5 metri di diametro con un solo ciclo al secondo. Le valvole di una pompa a mano normalmente in vendita si aprono e si chiudono 1 volta al secondo se si pompa al massimo della velocità. Non dovrebbero esserci problemi ad aumentare a 2,5 volte al secondo, però va bene anche 1 ciclo al secondo con un'escursione maggiore.



I motori diesel giganteschi delle navi portacontainer fanno 2 giri al secondo. Quello nella foto alto 12 metri, largo 8 e lungo 16, ne fa 120 al minuto ed ha i pistoni lunghi 6 metri che fanno un'escursione di alcuni metri

Un motore elettrico ha un'efficienza del 90%. Vanno fatte prove, ma teoricamente si dovrebbe riuscire. Per ogni 10 MW prodotti secondo i miei calcoli si consumerebbe circa 1 MW per le pompe, ma sono stato largo, ho messo 1/10 non 1/150 dell'energia prodotta. Un montacarichi da 400 kg normalmente in vendita  consuma 1 kWh. Per 3,2 tonnellate basterebbero 8 kWh.  Quindi 1 MW é 125 volte di più del minimo necessario. Però anche fossero 2 MW rimarrebbe ancora tantissima energia. Calcoli precisi possono essere fatti solo dopo esperimenti, ma al limite migliorerebbero la resa. Non esistono formule specifiche e anche ingegneri specializzati fanno calcoli approssimativi.



Nella foto un motore elettrico asincrono trifase da 1 MW. Per dare un'idea la potenza di 1 MW è quella del motore di un treno TGV da 300 km/h. Le pompe con tanto di motore sono molto grosse e pesano varie tonnellate, ma possono essere fatte in titanio che pesa la metà dell'acciaio, o in alluminio, o in lega leggera o carbonio.

A 190-200 metri con 24-25 atmosfere, servirebbe meno acqua per produrre quasi 10 MW, massimo 6 m3/s e tutto si faciliterebbe, le pompe sarebbero più piccole, anche le condotte e così il bacino di raccolta dell'acqua. Si può tentare di portare 8m3/s anche a 200 metri e produrre 14 MW. Non credo sia possibile oltre i 200 metri, però va provato.

Servono anche due camere iperbariche leggere in gomma come la camera d'aria di una bici (di solito viene pompata a 8 atmosfere), al limite ricoperte di fibra di carbonio, una sopra e una sotto collegate dalle condotte a tenuta stagna. Va tenuta in pressione anche la parte superiore se no l'acqua non rientra nella parte inferiore e risalirebbe aria. Quella sopra va fatta aderente ai macchinari per ridurre il volume e il peso dell'aria compressa. Il peso di 1 metro cubo di aria a 20 atmosfere è circa 25 chili. In caso di manutenzione la camera iperbarica va aperta e poi rimessa in pressione o semplicemente gli va ridotta la pressione.



Per essere più precisi vanno fatti esperimenti. Sicuramente a 150 metri arriviamo con 19-20 atmosfere. Si potrebbe tentare di arrivare a 190-200 metri con 24-25 atmosfere, massimo 30.  In questa fase sono inutili lunghe discussioni del tipo se la pompa debba essere di 2,90 metri di diametro o 3,15, se l'aria debba essere 19 o 24 atmosfere, se l'altezza debba essere 150 o 200 metri. Teoricamente è possibile, nella pratica bisogna provare per ottenere la massima efficienza al minore costo di costruzione. Magari si riesce anche a 210 metri.  Magari meglio di una pompa da 8 m3/s sono 2 pompe da 6 m3/s o 4 da 3 m3/s, e quindi una resa di 12 m3/s per 15 MW. Magari la forma della pompa non deve essere rotonda, ma rettangolare di lunghezza 7 metri e larghezza 40 cm facilitando il lavoro delle valvole e la fuoriuscita dell'acqua, anche se aumenta l'attrito.

Magari aggiungendo abbondante sale di mare all'acqua portando il suo peso specifico ad 1,25 come l'acqua del Mar Morto, si può ridurre del 20% l'altezza del motore e la dimensione della pompa e produrre 10 MW con 6 m3/s da 160 metri o con 8 m3/s da 120 metri.

Magari dovendo comunque costruire una base di contrappeso per terremoti e venti, si possono sotterrare 20-30 metri come i garage a 4 piani dei grattacieli riducendo l'altezza della torre ed i costi.



Per fare delle comparazioni una turbina eolica da 10 MW è alta circa 160 metri, però funziona solo quando c'è vento, il Motore Schietti 24 ore su 24. Una centrale solare da 100 MW occupa circa 1 Km2 e produce energia poche ore al giorno. In 1 km2 si possono mettere almeno 100 Motore Schietti da 10 MW. Nella foto ho quadruplicato la torre Telecom di Rozzano (Mi) alta 187 metri a cui ho tolto la cima di 30 metri con le antenne, sicuramente più costosa rispetto alla nostra, ma rende l'idea della dimensione. In molti luoghi ci saranno almeno 10-20 torri una vicina all'altra, forse 100. Rispetto alla fotocomposizione si possono immaginare almeno altre due file di 4 torri dietro. Comunque gli architetti si sbizzarriranno e le popolazioni con un referendum sceglieranno il progetto più gradito per il loro territorio. I comuni sui quali verranno installate grandi strutture anche di 100 torri per rifornire le metropoli avranno sconti sull'energia e sovvenzioni al comune per servizi, scuole ed ospedali.



Un grattacielo civile di 150 metri costa circa 150 milioni, un Motore Schietti minimo 40 milioni, massimo 50-60 milioni. Una struttura da 12 torri per 120 MW complessivi massimo solo 500 milioni per via dei pezzi prefabbricati e del lavoro in serie. Al costo attuale dell'energia idroelettrica (0,096 kWh) un Motore Schietti da 10 MW ne produrrebbe circa 8 milioni all'anno. Una struttura da 12 torri per un totale di 120 MW circa 96 milioni, si ripagherebbe in 5 anni e quindi il costo al consumatore potrebbe dimezzare o ancora meno. Credo che il valore dell'energia prodotta diverrà circa 4 milioni all'anno per torre (0,049 kWh), meno di nucleare e carbone. E quindi il Motore Schietti dovrebbe ripagarsi in 10 anni. Se però il costo di una torre fosse di 60 milioni, calcolando quasi 1 milione i costi di gestione annui per ogni torre e quindi l'utile di 3-4 milioni l'anno, massimo si ripagherebbe in 15-20 anni e poi si avrebbe energia praticamente gratis. Però siamo stati bassi, se mettiamo 2-3 pompe per torre aumentando la resa a 15 o 20 MW cambia tutto. Le condotte d'acqua di risalita conficcate per 30 metri nelle basi in cemento danno solidità alla torre, non debolezza. I costi di gestione di una centrale idroelettrica della stessa potenza sono massimo 500 mila euro l'anno e nel Motore Schietti servirebbe meno personale. Però nei costi di gestione ho messo anche le royalties per il brevetto (che poi come sapete dovrebbero diventare la tassa mondiale permanente sulla produzione di energia da devolvere all'ONU per pace, ambiente e povertà).



E' importante tenere conto dei costi sociali dell'energia da fossili e nucleare che viene calcolata dall'UE e dall'ONU in 6 volte il suo prezzo di costo per danni da smog, effetto serra, scorie nucleari, guerre, debito estero. Infatti le rinnovabili ricevono sovvenzioni e vengono considerate convenienti fino a 5 volte il costo di energia nucleare e da carbone (0,257 kWh). In Francia il costo del nucleare è 0,049 kWh, ma effettivamente calcolando per esempio gli accantonamenti per lo smantellamento, le spese militari per occupare nazioni con riserve di uranio, il costo militare per lo scudo spaziale per proteggerle, la corruzione per tenere calmi i cittadini, le sovvenzioni pubbliche, si va a circa 0,300 kWh. Il costo di gas e petrolio oscilla con il mercato, ma è quasi doppio di quello di carbone e uranio e con i costi sociali comunque circa 0,300 kWh.



L'energia del Motore Schietti a 0,049 kWh sarebbe proprio molto conveniente, c'è lavoro utile per produrre energia elettrica risolvendo problemi come effetto serra e povertà, rendendo possibile produrre acqua condensata, desalinizzata o riciclata, oppure idrogeno per autovetture con l'elettrolisi dall'acqua, o alimentare auto elettriche con batterie al grafene, o scaldare le case con pompe di calore elettriche, o cuocere i cibi con piastre di cottura elettriche. Ogni torre potrebbe rifornire circa 20 mila abitanti in base ai consumi attuali, 10 mila con auto, riscaldamento, piastre di cottura.



Se volete avere la prova scientifica che aumentando la pressione atmosferica l'acqua risalga oltre i 10 metri dovete provare ad andare con un barometro di Torricelli dentro una camera iperbarica di un centro medico specializzato. Il mercurio a pressione normale rimane in sospensione a 76 cm perché è 13 volte più pesante dell'acqua. Dentro la camera iperbarica se si regola la pressione a 2,5 atmosfere rimane in sospensione a 190 centimetri. Se prendete una cannuccia delle bibite funziona benissimo anche a pressione 2,5. Funziona benissimo anche una pompa di Ctesibio: l'acqua invece di risalire fino a 10 metri con pressione 2,5 risale fino a 25 metri. La pressione maggiore non impedisce il funzionamento. Con 15 atmosfere l'acqua risale di 150 metri e quindi il Motore Schietti funziona. Con la camera iperbarica e il mercurio non serve costruire nemmeno un prototipo di prova di 25 metri di altezza.

Il Motore Schietti non è un impianto per produrre energia direttamente nelle case con impianti di 25 metri di altezza. La camera iperbarica di 25 metri costerebbe vari milioni, più di un condominio. Vanno costruiti grossi impianti di 150 metri per dare energia a milioni di persone.

I movimenti dentro ad una camera iperbarica incontrano una resistenza leggermente superiore essendoci aria compressa, ma ci si muove senza problemi. Se lanciate in alto una boccia cade a terra accelerata dalla gravità. Cade anche l'acqua nella condotta che porta alla turbina del Motore Schietti, dato che in più ha sopra il peso della colonna di 150 metri di acqua. Più c'è peso, minore è la resistenza dell'aria, come quando si lascia cadere una piuma o un sasso, la piuma svolazza, il sasso cade. Un sasso va a fondo anche nel mare per via del peso specifico maggiore. La colonna d'acqua alta 150 metri prima aziona la turbina e poi rientra nella piscina dell'acqua da dove viene aspirata nuovamente a 150 metri di altezza. La pressione dell'aria non impedisce all'acqua di sgorgare dalla pompa. La pressione a 15 atmosfere non è tanto, l'aria oppone resistenza, ma non tantissimo. Se ci si riesce a muovere nell'acqua che è un liquido figurarsi nell'aria anche se è un po' compressa.

Nelle bombole da sub l'aria è pressata a 300 atmosfere, pesano, ma 15 kg è il peso dell'acciaio mentre la nostra camera iperbarica è fatta in gomma. L'aria pesa 1,29 grammi al litro. Un litro d'aria a 15 atmosfere pesa 19 grammi, mentre un  litro d'acqua pesa 1 kg, non ci sono problemi di alcun tipo anche se dovessimo aumentare la pressione a 19-20 atmosfere. Si potrebbe trattare di una resa minore della turbina del 2%. Non credo ci siano problemi nemmeno a 30 atmosfere. Io per sicurezza ho fatto calcoli con perdite del 4%. Le turbine Francis hanno un rendimento fino al 94%, ma io calcolo il 90%. La percentuale non è maggiore per lo stesso principio che un auto nella scia di un'altra incontra meno resistenza dell'aria. L'acqua nella condotta e nell'uscita della turbina segue l'acqua precedente che ha già spostato l'aria e quindi la maggiore pressione dell'aria è quasi ininfluente. La prova che sia così viene data dalle stesse turbine Francis a pressione ambiente che hanno una resa quasi del 94% per attriti dei tubi, resistenze meccaniche ed efficienza dell'alternatore, ma non per problemi di resistenza dell'aria e quindi non perdono il 30-40% come un auto ad alta velocità. Un'altra prova è l'elica dei motori dei motoscafi che gira vorticosamente nonostante l'acqua sia molto più densa dell'aria a 15-20 atmosfere. Una camera d'aria della bicicletta a 8 atmosfere sembra durissima e incomprimibile come l'acqua in un contenitore sigillato, ma appunto come l'acqua non è roccia. Quindi la pompa, l'acqua e la turbina non hanno nessuna difficoltà a spostare l'aria e raggiungere velocità elevate sfruttando l'effetto scia.



Non serve costruire modellini in scala del Motore Schietti da esibire in video senza che vengano toccati, che magari accendono lampadine, ma potrebbero essere azionati da pile. I detrattori che vendono petrolio negherebbero comunque il funzionamento. Bisogna dimostrare il funzionamento, in particolare che l'acqua risalga, non che scenda.



I prototipi quindi sono le cannucce delle bibite, le siringhe delle iniezioni, il Barometro di Torricelli e la Pompa di Ctesibio. Per capire che l'acqua rimane attratta dal vuoto dovete prendere una siringa delle iniezioni e potete vedere l'acqua che rimane attaccata allo stantuffo (il vuoto) mentre aspirate senza fatica senza sentire il peso dell'acqua. Con la siringa potete fare tanti esperimenti. Se la tenete tappata ed aspirate, fate fatica e si crea il vuoto. Se aspirate aria fate la stessa fatica di aspirare acqua. Nella cannuccia delle bibite vedete l'acqua che rimane attaccata all'aria che aspirate, avviene fino a 10 metri di altezza come nella pompa a mano, poi se aspirate ancora oltre i 10 metri l'acqua non risale più e si forma il vuoto. Senza la pressione atmosferica non riuscireste a farla risalire neanche di un millimetro. Se con due dita premete sulla cannuccia l'acqua rimane in sospensione come nel barometro di Torricelli.



Nella cannuccia in particolare si vede bene che vi ritrovate l'acqua già in bocca aspirando quella in sospensione e non dovete aspirarla ogni volta dal bicchiere perché viene sostituita sempre da nuova acqua spinta dalla pressione atmosferica. Con una cannuccia di 5 cm fate la stessa fatica ad aspirare acqua che con una di 10, una di 20 e una di 40 cm. Non il doppio, il quadruplo o 8 volte di più. Aumentando la pressione a 4 atmosfere l'acqua risale fino a 40 metri, e a 15 atmosfere fino 150 metri. Al limite a causa di perdite di carico va aumentata ulteriormente la pressione della camera iperbarica.



Nessun ingegnere può negare il Motore Schietti a Camera Pressurizzata perché ha studiato i Principi della Scienza comprovati come il funzionamento della Pompa a mano, del Barometro di Torricelli, delle siringhe e delle cannucce delle bibite, e potrebbe finire in galera come un medico che desse apposta una diagnosi sbagliata. Se cercate su una qualsiasi enciclopedia "pompa a mano" o "barometro di Torricelli" trovate le stesse spiegazioni.

Il Motore Schietti è un moto perpetuo, ma non produce energia dal nulla contraddicendo i principi della termodinamica: sfrutta semplicemente la forza di gravità tramite il trucco scoperto da Ctesibio che ho migliorato aumentando la pressione atmosferica dentro la camera pressurizzata sigillata. La pompa di Ctesibio e il Motore Schietti violano il campo conservativo dell'energia gravitazionale, ma è risaputo da millenni, non è impossibile. Anche con con un salto, con l'evaporazione o i tubi capillari si vince la forza di gravità, bisogna applicare una forza che nel Motore Schietti è la pressione dell'aria sulla superficie dell'acqua. Gli atomi e le molecole d'aria si muovono in continuazione e più sono concentrati più si muovono generando la pressione.

Siamo nel 2017 e in base alle mie ricerche non sono emersi altri metodi dimostrabili scientificamente in internet per produrre energia pulita ovunque 24 ore su 24 in grandi quantità e quindi bisogna far conoscere a tutti questo metodo, poi se ce ne fossero altri occultati verranno svelati piuttosto di costruire ovunque torri di 150 metri.

Domenico Schietti
https://domenico-schietti.blogspot.it

SCHEDA TECNICA MOTORE SCHIETTI 150 METRI
Portata d'acqua 8 m3/s
Potenza: 10,5 MW
Consumo pompe: 1 MW
Potenza effettiva: 9,5 MW (19.000 abitanti al consumo medio attuale)
Ricavo Annuo: 8 milioni di Euro al prezzo attuale dell'energia, 4 milioni al nuovo prezzo
Spese annue: 800 mila euro
Costo costruzione: 40-60 milioni di euro

SCHEDA TECNICA MOTORE SCHIETTI 200 METRI
Portata d'acqua 8 m3/s
Potenza: 14,1 MW
Consumo pompe: 1 MW
Potenza effettiva: 13,1 MW (26.200 abitanti al consumo medio attuale)
Ricavo Annuo: 12 milioni di Euro al prezzo attuale dell'energia, 6 milioni al nuovo prezzo
Spese annue: 1 milione di euro
Costo costruzione: 60-80 milioni di euro

Se si utilizzeranno pompe di calore elettriche per riscaldamento, piastre di cottura elettriche, auto ad idrogeno ed elettriche, una torre fornirà meno abitanti.

Proseguite è importante per capire meglio:




- C'è un complotto globale per usare petrolio, gas, carbone e nucleare e quindi non posso costruire il mio motore, servirebbero decine di milioni, sono strutture enormi che vanno costruite dalle compagnie elettriche in accordo con le popolazioni. Ho scritto per anni tutti i giorni a tutti i governi del mondo e potete anche voi fare la stessa cosa per questo ho fondato il Movimento Schiettista, ho aperto la pagina Facebook del Motore Schietti. ed ho fatto una Denuncia per Genocidio da Smog ed Effetto Serra a Polizia e Carabinieri



- con l'innalzamento dei mari fra pochi anni, massimo nel 2025, il mercato immobiliare delle zone litoranee crollerà perché tutti vorranno vendere e nessuno comperare. Sarà l'inizio del crollo dell'economia, serve il Motore Schietti



A questo link la mia Dottrina che invio a tutti i governi del mondo insieme alle spiegazioni del mio Motore. Se l'ONU aderisse alla mia Dottrina potrei donargli il brevetto del Motore Schietti per Unicef, FAO, UNEP, UHNCR, OMS creando una tassa internazionale permanente sulla produzione di energia da versare all'ONU.



- col Motore Schietti si dimezzerebbe il costo dell'energia, non ci sarebbe debito estero per comprare gas e petrolio all'estero, le produzioni non andrebbero nei paesi che utilizzano carbone per abbassare il prezzo dell'energia, non ci sarebbero decine di milioni di profughi climatici dal Sahel in Africa che sta desertificando.