Serve un progetto che sia condiviso con il popolo: non è possibile cambiare tutto e subito ed è forse anche immorale prometterlo" . L’ex sindaco indica 5 pilastri su cui ricostruire la città [..]
Ho un idea non ci vuole Einstein
Solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero. ( Albert Einstein )
venerdì 19 febbraio 2021
giovedì 19 novembre 2020
Finestre intelligenti: producono freddo e caldo
Chiunque viva in un paese caldo sa che le tende oscuranti non solo tengono fuori la luce, ma tengono anche fuori il caldo. Ma cosa succederebbe se, invece di bloccare semplicemente quella luce, potessimo raccoglierla per produrre energia?
Gli scienziati hanno recentemente svelato una nuova ricerca sulle “finestre intelligenti”, che non solo cambiano colore automaticamente se riscaldate dalla luce solare per mantenere freschi gli edifici, ma si trasformano anche in pannelli solari.
La ricerca porta due benefici sull’energia pulita in quanto fornisce energia solare e allo stesso tempo riduce la dipendenza di un edificio dall’aria condizionata.
I ricercatori del National Renewable Energy Laboratory (NREL) del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti hanno descritto in dettaglio una tecnologia “fotovoltaica termocromica”, cioè che cambia i colori quando riscaldata dalla luce solare per ridurre la necessità di raffreddamento. Non solo, quando le finestre intelligenti diventano più scure, iniziano anche a raccogliere energia dalla stessa luce solare che conferisce loro la loro tonalità più scura.
Le finestre sono costituite da un sottile foglio di perovskite, materiale a celle solari sempre più adottato, che è posto tra due lastre di vetro, con un vapore di solvente iniettato tra i due. A bassi livelli di umidità, la finestra è trasparente. Ma all’aumentare delle temperature, il vapore innesca una reazione chimica che fa sì che i cristalli di perovskite si riorganizzino in forme diverse; ogni forma riflette la luce in misura diversa, facendo assumere al vetro vari colori, che vanno dal giallo all’arancio, al rosso e al marrone.
I cambiamenti di colore si verificano tra 35 e 46 ° C, un intervallo più elevato rispetto ai precedenti prototipi realizzati dallo stesso team di ricerca. Le nuove finestre possono passare da trasparente a giallo, arancione, rosso e marrone, in circa 7 secondi.
“Una finestra prototipo che utilizza la tecnologia potrebbe essere sviluppata entro un anno”, ha spiegato in un comunicato stampa Bryan Rosales, ricercatore post-dottorato presso NREL e autore principale dello studio.
A questo link lo studio completo pubblicato su Natureviva in un paese caldo sa che le tende oscuranti non solo tengono fuori la luce, ma tengono anche fuori il caldo. Ma cosa succederebbe se, invece di bloccare semplicemente quella luce, potessimo raccoglierla per produrre energGli scienziati hanno recentemente svelato una nuova ricerca sulle “finestre intelligenti”, che non solo cambiano colore automaticamente se riscaldate dalla luce solare per mantenere freschi gli edifici, ma si trasformano anche in pannelli soLa ricerca porta due benefici sull’energia pulita in quanto fornisce energia solare e allo stesso tempo riduce la dipendenza di un edificio dall’aria condizioI ricercatori del National Renewable Energy Laboratory (NREL) del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti hanno descritto in dettaglio una tecnologia “fotovoltaica termocromica”, cioè che cambia i colori quando riscaldata dalla luce solare per ridurre la necessità di raffreddamento. Non solo, quando le finestre intelligenti diventano più scure, iniziano anche a raccogliere energia dalla stessa luce solare che conferisce loro la loro tonalità più scuLe finestre sono costituite da un sottile foglio di perovskite, materiale a celle solari sempre più adottato, che è posto tra due lastre di vetro, con un vapore di solvente iniettato tra i due. A bassi livelli di umidità, la finestra è trasparente. Ma all’aumentare delle temperature, il vapore innesca una reazione chimica che fa sì che i cristalli di perovskite si riorganizzino in forme diverse; ogni forma riflette la luce in misura diversa, facendo assumere al vetro vari colori, che vanno dal gialloCancellare il Debito Pubblico. Ecco come fare..
La proposta di cancellare il debito contratto dai Paesi Ue per rispondere all’emergenza Covid lanciata domenica dal presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha avuto il merito di alimentare un vivace dibattito tra gli economisti, ma sul fronte politico si è già scontrata contro un muro. E non un muro qualsiasi. Banca Centrale Europea e Commissione hanno stoppato sul nascere ogni ipotesi di eliminare parte dei debiti degli Stati membri e il governo italiano, che avrebbe potuto - teoricamente - trarre qualche vantaggio da tale dibattito visto il suo ammontare di debito pubblico, ha fatto capire che non intende assecondarlo né di intestarsi questa battaglia che è, prima di tutto, politica.
“Non ci sono le basi giuridiche per una cancellazione del debito da parte della Bce. Le politiche di bilancio sono fondamentali per ridurlo, dobbiamo dare spazio a misure ampie, rapide ed efficaci”, ha detto già lunedì il vicepresidente della Banca Centrale Europea Luis de Guindos. Questo perché l’articolo 123 del Trattato (TFUE) sancisce che il divieto di operazioni di finanziamento da parte della Bce a favore dei Paesi membri. Il tema della cancellazione del debito, dal punto di vista tecnico, è particolarmente insidioso e da anni divide gli esperti. Ciò non toglie che - sostengono molti - per “cancellare” il debito non sia necessario né politicamente conveniente cancellarlo contabilmente, ma basti una sorta di rifinanziamento “perpetuo” dei titoli in pancia alla Bce.
Lasciando agli economisti le questioni tecniche, resta quella politica che tuttavia sembra sia già arrivata su un binario morto. Dopo il no della Bce è arrivato oggi quello della Commissione Europea. “Sicuramente in futuro - ma sarà una discussione da aprire in una situazione meno incerta - si presenterà il problema di come rivedere le regole del Patto di Stabilità, di come rivedere le nostre politiche di bilancio”, ha detto il commissario agli Affari economici Ue Paolo Gentiloni. Ma ha premesso: “Io non credo che i debiti si cancellino”.
Il presidente del Parlamento Europeo è rimasto così isolato tra le istituzioni Ue. Ma il problema del debito - specie per Paesi come l’Italia che uscirà dalla crisi Covid con un livello pari al 160% del Pil - resta tuttavia sul tavolo, anche se accantonato in questa fase di emergenza. “Non doveva essere uno ostacolo alle politiche di sostegno” ha chiarito Gentiloni, spiegando la ragione alla base della sospensione del Patto di Stabilità. In piena epidemia, in altre parole, anche i Paesi oberati da alti livelli di debito pubblico dovevano e devono poter spendere in maniera adeguata per fronteggiare la crisi. Ma i tempi in cui non si bada a spese non sono infiniti, inizieranno prima o poi quelli in cui si dovrà badare anche e soprattutto alle entrate. Le prime avvisaglie sono partite oggi in occasione della presentazione del pacchetto economico d’autunno della Commissione europea.
L’impennata del debito era “inevitabile” ma “nel medio termine chi ha un debito più alto dovrà porsi il problema di portarlo in discesa”, ha aggiunto Gentiloni. Un discorso che, secondo il commissario italiano, non dovrà essere fatto prima “di due-tre anni”. Per Valdis Dombrovskis, tutti devono adottare misure di sostegno che siano “mirate, temporanee e che non appesantiscano le finanze pubbliche in modo permanente, perché renderebbero più difficile il ritorno a posizioni di bilancio prudenti, quando le condizioni lo permetteranno”. Il vicepresidente della Commissione Ue cita, a proposito dell’Italia, alcune misure “non permanenti” presenti nella manovra come il bonus famiglia, le risorse in più ai ministeri e servizi pubblici, la decontribuzione al Sud eccetera. Dombrovskis ha chiarito che “non valutiamo le misure nel merito ma le loro implicazioni di bilancio nel lungo termine. Un modo per affrontarlo è trovare modi per finanziarle adeguatamente”. E, tradotto, vuol dire non in deficit.
Non si può parlare di avvertimenti rivolti all’Italia, ma certamente le parole di Bruxelles suonano come un memento. Il discorso resta comunque legato alle modifiche al Patto di Stabilità, se e quando ci sarà un accordo su come cambiarlo, superando le resistenze più che prevedibili del Nord Europa. Le premesse non sono delle migliori. Come hanno fatto notare l’economista dell’Istituto di studi economici internazionali di Vienna Philipp Heimberger e il capo della ricerca economica di Unicredit Erik Nielsen, i calcoli fatti da Bruxelles nelle previsioni autunnali si basano su parametri distorsivi (output gap) che, in assenza delle opportune modifiche al Patto, aumenteranno le pressioni sul consolidamento fiscale una volta riattivate le regole di bilancio.
Un dibattito che interessa da vicino l’Italia, che anche a causa di quelle regole ha pagato con una minore crescita dalla crisi del 2008 in poi. Tuttavia il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha fatto intendere di non voler appoggiare la battaglia di Sassoli: “Io direi che il miglior modo per cancellare il debito è ridurlo con la crescita economica, che è ciò che l’Italia si è impegnata a fare delineando una prospettiva di finanza pubblica di medio termine ambiziosa”, con politiche espansive ma allo stesso tempo tese a mettere “il debito su una traiettoria discendente”.
martedì 17 novembre 2020
Comunali 2021 Roma, l’ex sindaco Marino: “Calenda? No, Il Pd sosterrà la Raggi: ecco perché”
«Il Pd per interessi di poltrone alla fine sosterrà Virginia Raggi, preferisce perdere progressivamente terreno, ma mantenere piccoli privilegi, piuttosto che cambiare veramente le cose». L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, intervistato da Il Riformista, non ha dubbi: altro che David Sassoli, Carlo Calenda o altri, il Partito democratico starebbe prendendo tempo per trovare un’intesa in extremis con il Movimento 5 Stelle. Quello che vorrebbe Luigi Di Maio, d’altronde. Peccato che da quando è stata eletta la sindaca grillina nel 2016 i dem l’abbiano sempre attaccata, definendo la sua gestione della Capitale “disastrosa”.
Marino proprio dal 2016 è tornato a Philadelphia, dove era stato direttore dell’Istituto Trapianti d’Organo ed oggi è Executive Vice President per la Thomas Jefferson University e per il Jefferson Health. Nell’autunno 2015 fu mandato a casa dai suoi consiglieri comunali di centro-sinistra. In tutto furono in 26, del Pd e di altri partiti, a dimettersi contemporaneamente, dopo le ripetute critiche ricevute dall’allora segretario Matteo Renzi. Erano i mesi del famoso scandalo degli scontrini per presunte spese personali (vicenda conclusa nel 2019 con una piena assoluzione per Marino “perché il fatto non sussiste”) e l’anno dell’esplosione di Mafia Capitale, che colpì anche alcuni esponenti dell’allora giunta democratica. Quella famosa “pugnalata” davanti a un notaio costrinse l’ex sindaco a lasciare la carica di Primo cittadino tre anni prima della fine del mandato.
«Il Pd è in realtà dal 2008 all’opposizione ed è sempre stata un’opposizione blanda, eccetto quella fatta a me. Da quello che mi veniva raccontato, quando ero sindaco in alcune riunioni del partito la signora Franceschini (Michela Di Biase, consigliera comunale dem n.d.r.) diceva: meglio che vinca la destra piuttosto che Marino. Ora direi che la loro opposizione è addirittura inesistente. Contro l’attuale sindaca Virginia Raggi, al di là della retorica, non hanno grosse accuse».
Questa donna ha inventato la plastica che si dissolve in acqua in pochi minuti
Composta da materiali ecologici al 100 per cento “scompare” in brevissimo tempo, ed è talmente naturale che si può addirittura bere l’acqua in cui si è sciolta. La storia di Sharon Barak, l’ingegnere chimico che ha lasciato tutto per far nascere la startup “Solutum”
sabato 31 ottobre 2020
CHI È IL VERO NEGAZIONISTA?
Iniziamo col dire che il termine “negazionismo” è da sempre associato alla negazione dell’Olocausto (il genocidio degli ebrei ad opera dei nazisti) ed utilizzarlo quindi al di fuori di tale contesto, non solo è estremamente scorretto e fazioso, ma addirittura inaccettabile e riprovevole se fatto con pressappochismo e superficialità (o generalizzando, come stanno facendo TUTTI coloro che lo utilizzano oggi).
Molti di quelli che sulla questione CoronaVirus vengono tacciati di essere negazionisti, sono persone che a differenza delle altre, si sono permesse di esprimere dubbi e perplessità o peggio, hanno avanzato qualche domanda.
Persone che non hanno mai negato l’esistenza del Covid19 o della pericolosità di questo virus, sottolineando eventualmente che l’età media dei decessi è 80 anni e il cui 96,1% con almeno un’importante patologia pregressa (non a detta loro, ma secondo l’Istituto Superiore di Sanità).
Persone che chiedono di contare bene (o meglio) i decessi, vista la totale mancanza di autopsie, le innumerevole testimonianze dei parenti delle vittime (spesso discordanti da quelle delle autorità) e la confusione emersa nelle comunicazioni tra Ministero della Salute e Regioni.
Persone che chiedono di considerare l’evidente ed oggettiva riduzione della carica virale e iniziare (magari) a riflettere su come proseguire questo percorso senza distruggere ulteriormente l’economia del nostro Paese (e quindi la vita di milioni di esseri umani).
Persone che chiedono di chiarire la differenza tra malati e positivi asintomatici, dal momento che ci sono decine di migliaia di cittadini senza alcun sintomo e in perfetta forma, costretti all’isolamento e tacciati di essere untori.
Persone che chiedono ai media di fare semplicemente informazione e smetterla con un terrorismo psicologico e mediatico senza pari, fatto di notizie distorte, strumentalizzate e spesso del tutto false (come dimostrato più volte).
Persone che chiedono di valutare se un vaccino (fatto in fretta e furia) abbia senso e utilità con un virus che muta in continuazione e che (magari) contemporaneamente si potrebbe iniziare a discutere di come potenziare il nostro sistema immunitario attraverso uno stile di vita sano.
E infine genitori che condividono preoccupazioni per i loro figli, obbligati di punto in bianco a utilizzare una mascherina per almeno 5 ore al giorno, nonostante la quasi totale inoffensività del virus verso i bambini.
Detto questo, il vero negazionista è colui che pone queste domande o chi accetta senza alcun dubbio qualsiasi cosa gli dicano i governi e mamma TV?
giovedì 22 ottobre 2020
I tamponi rapidi si potranno fare in farmacia.
I tamponi rapidi si potranno fare in farmacia. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso della riunione con le Regioni annunciando, secondo quanto si apprende, l'inizio di una fase di sperimentazione: "in farmacia si fanno già i test sierologici in alcune regioni, proviamo a fare una sperimentazione come sta avvenendo a Trento per effettuare gli antigenici anche in farmacia". Speranza si è detto poi d'accordo con le Regioni che hanno chiesto di semplificare le procedure di tracciamento - "abbiamo già ridotto la quarantena a 10 giorni e eliminato il secondo tampone, siamo disponibili a trovare nuovi ambiti di intervento specifici" - e ha ribadito che si sta lavorando ad una convenzione con i medici di base per far sì che siano loro ad effettuare i tamponi rapidi che il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri sta acquistando.
Un contingente di duemila operatori per potenziare le attività di tracciamento. Lo ha annunciato, secondo quanto si apprende, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia nel corso della riunione con le Regioni. "Con un'ordinanza di protezione civile - ha detto il ministro - creiamo un contingente per potenziare le reti sanitarie interne alle Asl e rafforzare le operazioni di tracciamento". Il modello è lo stesso che a marzo ha portato medici e infermieri volontari negli ospedali più in difficoltà, e gli operatori socio sanitari in carceri e Rsa. I 2mila operatori verranno individuati con un bando della Protezione civile: 1.500 saranno destinati ad effettuare tamponi, test e tracciamento mentre altri 500 lavoreranno sulla richiesta di informazioi e sulle procedure da seguire.
L'obiettivo, ha spiegato Boccia durante la riunione, è di creare un contingente di persone "che non arrivano né da aziende ospedaliere pubbliche né private, perché non possiamo chiedere a nessuno di privarsi delle proprie risorse in questo momento". Dunque ci si rivolge a "liberi professionisti o a coloro che non hanno un'occupazione fissa, ad autonomi che hanno caratteristiche che individuiamo insieme alle Regioni e potranno lavorare fino al termine dello stato di emergenza sanitaria". Gli operatori saranno nella disponibilità delle singole Asl e le domande saranno fatte direttamente per la Regione di residenza.
martedì 20 ottobre 2020
Come evitate il sovraffollamento dei mezzi pubblici
Come evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici? “La soluzione non è aumentare l’offerta, ma ripensare gli orari delle attività che generano più traffico”
L'INTERVISTA - Secondo Gabriele Grea, docente di Economia della mobilità urbana alla Bocconi di Milano non è possibile aumentare l’offerta di trasporto pubblico fino a garantire un metro di distanziamento ai passeggeri. Mancano le risorse e manca il tempo: "Mettere più mezzi in strada comporta oltre un certo limite problemi riorganizzativi complessi e di risorse limitate. E' necessario ricalendarizzare le attività della nostra quotidianità, non dare per scontato che dobbiamo essere tutti al lavoro o a scuola alla stessa ora"
“L’unica soluzione è questa: ricalendarizzare le attività della nostra quotidianità, spostando verso gli orari di morbida parte delle attività dei grandi attrattori di traffico. Non solo le scuole ma anche, dove possibile, le attività economiche”. Secondo Gabriele Grea, docente di Economia della mobilità urbana alla Bocconi di Milano, è questa l’unica strada da intraprendere per affrontare il problema dei trasporti nel momento in cui i contagi da Covid-19 sono iniziati a salire. “Non ci si può aspettare che l’offerta di trasporto pubblico sia in grado di adeguarsi a un aumento dei flussi combinato con regole di distanziamento che prevedano passeggeri a un metro l’uno dall’altro. E mettere più mezzi in strada comporta oltre un certo limite problemi riorganizzativi complessi e di risorse limitate”.
sabato 10 ottobre 2020
Cassa integrazione, circa 3mila imprese sospettate di aver frodato lo Stato approfittando del Covid
Migliaia di aziende potrebbero aver frodato lo Stato approfittando delle misure messe in campo contro l'emergenza coronavirus. Come, ad esempio, la cassa integrazione attivata dall'esecutivo con il Cura Italia. Alcune imprese hanno "assunto" un parente o un amico fidato facendolo figurare come dipendente, per poi intascare i soldi che il governo ha stanziato per scongiurare una crisi occupazionale duranteil lockdown. Persone che non avrebbero mai messo piede in quelle aziende, ma che, se assunte prima del 17 marzo, avrebbero garantito l'accesso alla cassa. Tutto sarebbe in fase di verifica: la Direzione antifrode e gli ispettori dell'Inps hanno bloccato già migliaia di imprese, 3.075 per la precisione.
L'allarme frode è scattato anche in altri casi. Non si parlerebbe solo di assunzioni retrodatate per ingannare l'Inps: le verifiche sono partite anche per assunzioni fittizie o imprese nate durante l'emergenza solo con lo scopo di percepire gli aiuti economici degli ammortizzatori sociali. Come racconta l'Huffpost, la Direzione antifrode e l'Inps avrebbero portato a termine un'indagine lo scorso 31 luglio, stilando una lista di aziende che potrebbero aver frodato lo Stato. Intascando quindi soldi di tutti i contribuenti.
L'indagine riguarda il periodo tra aprile e giugno: il numero di aziende che nel giro di pochi mesi ha provato a percepire illegittimamente la cassa integrazione è più alto rispetto a quello registrato nell'intero 2019, quando per questo motivo sono state bloccate 2.300 aziende. Questo accade in tutta Italia: in Sicilia se ne contano 456, in Piemonte 158, 195 in Lombardia e 185 in Campania. Il record va alla Direzione coordinamento metropolitano di Napoli con 457 casi. In quella di Roma se ne contano 291 e in quella milanese 182.
sabato 30 maggio 2020
Roma del Futuro Roma SMART CITY
Questa la città inteligente che sta ridisegnando la giunta Virginia Raggi.
Roma sta' riscrivendo il suo futuro, un futuro più vivibile , sostenibile inteligente (Smart)
Con strade più sicure, un mobilità di trasporto di massa all' avanguardia che non lasci nessuno indietro, pensando a tutto e a tutti, soprattutto in questo periodo difficile che ci ha fatto capire tantissime cose. Che la nostra salute è importante, che la nostra sicurezza è fondamentale e che dobbiamo vivere in una città più Smart indipendentenente da questa epidemia.
Per questo si è accelerato l'iter per la realizzazione di 150 km di ciclabili Transitorie, si sta incentivando la bike e car sharing, l'utilizzo del monopattino elettrico.
Si sta accelerando per la realizzazione di molti progetti a medio lungo termine che riguardano il pumbs (piano urbano mobilità sostenibile) con la prossima canterizzazione del tram sulla Palmiro Togliatti, le due Funivie urbane a Casalotti e Magliana, le trasformazioni in metro di superficie come la linea g termini tor vergata.
Favorire lo Smart working nella pubblica amministrazione e non solo.
Favorire la spesa a km 0.
Ma cosa fondamentale accelerare il processo della gestione virtuosa dei rifiuti.
La città Smart deve fare questo:
Ridurre la criminalità del 10% e i costi sanitari del 15%, risparmiare 4 giorni all'anno imbottigliati nel traffico e 80 litri d'acqua al giorno. Questo è quello che potrebbero fare le “città intelligenti”. A patto che smettano di essere laboratori per abbracciare tutte le potenzialità del digitale e offrire benefici più concreti ai propri abitanti.
Quali? Il report del McKinsey Global Institute “Smart cities: Digital solutions for a more livable future” ha provato a dare una risposta analizzando i progetti sviluppati in 50 città del mondo. Risultato: grandi potenzialità, ma tanto, tantissimo lavoro da fare.
Sicurezza pubblica
L’utilizzo di applicazioni intelligenti potrebbe ridurre le vittime di incidenti urbani dell’8-10%. In altre parole, una città ad alto tasso di criminalità con milioni di abitanti, come Rio de Janeiro, potrebbe salvare fino a 300 vite ogni anno. Un maggior utilizzo di strumenti tecnologici da parte delle forze dell’ordine, come una mappatura in tempro reale dei reati e sistemi di sicurezza domestici intelligenti potrebbe ridurre del 30-40% alcuni reati come rapine e aggressioni.
Sicurezza significa anche soccorsi efficienti: sistemi evoluti per la gestione degli interventi e sincronizzazione dei semafori potrebbero ridurre i tempi di risposta del 20-35%. Alcune applicazione suggeriscono non solo il percorso più veloce, ma anche quello più sicuro in base alla destinazione.
Tempo e traffico
Le città potrebbero utilizzare le tecnologie intelligenti per ridurre i tempi di trasporto del 15-20%, restituendo così a ciascun lavoratore fino a 15-30 minuti di tempo per ogni giorno lavorativo. Che alla fine dell'anno significa 2-4 giorni in meno passati nel traffico o sui mezzi pubblici.
Le soluzioni di questo tipo sono tante. Le più immediate sono le app che correggono in tempo reale il percorso per calcolare il più agevole. Installare sensori lungo strade e infrastrutture darebbe nuove informazioni sulla loro manutenzione, per intervenire al momento giusto e minimizzare disagi e ingorghi.
Raccogliere dati sul trasporto pubblico significa anche ricevere indicazioni per studiare rotte e linee ottimali. Oppure per perfezionare la gestione del budget a disposizione, con interventi mirati. Anche i sistemi di pagamento digitali fanno la loro parte. In città come Londra e Houston si sperimenta l'abolizione dei biglietti per bus e metro con sistemi di accesso digitalizzati. A Helsinki, l'app Whim rappresenta una sorta di abbonamento evoluto, che per un fisso mensile permette di accedere a tutti i mezzi e anche a un numero definito di corse in taxi e ride-sharing.
Salute
Il report dimostra che le città, oggi associate a inquinamento e stress, potrebbero diventare catalizzatrici di uno stile di vita più sano. Potrebbero utilizzare le tecnologie intelligenti per ridurre il costo della sanità dell’8-15%. Grazie all’utilizzo dei dati, le città nei Paesi in via di sviluppo potrebbero ad esempio migliorare il sistema di monitoraggio delle malattie infettive.
E in quelle più ricche, il digitale può facilitare un auto-monitoraggi, in diretta connessione con ospedali e medici. A Louisville, in Kentucky, ad esempio, vengono raccolti i dati grazie a sensori contenuti negli inalatori usati per l'asma. Le informazioni si traducono in consigli personalizzati per prevenire gli attacchi.
Ambiente
Le città possono utilizzare una serie di applicazioni intelligenti per ridurre le emissioni del 10-15%, risparmiare 25-80 litri di acqua a persona al giorno (individuando gli sprechi grazie a sensori e analisi dei dati), ridurre i rifiuti solidi non riciclati di 30-130 kg per ciascun abitante ogni anno (ad esempio con un sistema di rilevazione individuale che penalizzi chi produce più rifiuti) e ridurre gli effetti negativi dell’inquinamento dell’aria sulla salute dell’8-15%. Il report rileva che l’attuale generazione di applicazioni per le smart city potrebbe aiutare le città a compiere significativi o moderati progressi nel raggiungimento del 70% degli obiettivi di sviluppo sostenibile dettati dalle Nazioni Unite.
Si fa presto a dire smart
Lo studio rileva che persino le città più avanzate del pianeta in termini di utilizzo di soluzioni digitali, come Singapore, New York, Seoul, Stoccolma e Amsterdam, non sono così intelligenti quanto potrebbero. Nessuna città supera infatti i due terzi del pieno potenziale delle soluzioni smart già oggi disponibili. Bicchiere mezzo vuoto: c'è tanto lavoro da fare. Bicchiere mezzo pieno: le opportunità per migliorare sono enormi.
“L’installazione delle nuove tecnologie nei sistemi infrastrutturali delle città non è un processo semplice e immediato”, ha affermato Jonathan Woetzel, senior partner di McKinsey a Shanghai e direttore del McKinsey Global Institute. “L’integrazione dell’innovazione intelligente aiuta utenti e fornitori di servizi a prendere decisioni migliori e a ridurre le inefficienze. In sostanza, aiuta le persone a ottenere i servizi che desiderano, nei tempi e nelle modalità che preferiscono”.
Non è solo un tema tecnologico ma anche culturale. McKinsey ha condotto indagini in tutte le 50 città considerate, per valutare l’opinione dei residenti sulle smart city. Le reazioni sono state “sorprendentemente tiepide” in Europa e in altre città ad alto reddito, mentre sono emersi livelli inattesi di consapevolezza e utilizzo nelle città cinesi. “L’Asia – afferma il report - con la sua giovane popolazione di nativi digitali e le problematiche urbane da risolvere, svolgerà un ruolo fondamentale nel plasmare il futuro delle città intelligenti”. E non solo. Perché “plasmare le città” significa anche cambiare le imprese.
mercoledì 27 maggio 2020
Giulia Zaffagnini, La Prof che a Bordo del suo Vecchio Volkswagen Fa Lezione Sotto Casa degli Alunni Senza Internet
martedì 12 maggio 2020
Trovata la cura per annientare da subitoCovid-19, le molecole killer del virus:
Se è vero che dalle difficoltà nascono le più importanti opportunità, l’Italia ne ha una grossa proprio qui sotto il naso. Un’opportunità che potrebbe mettere addirittura fine alla più grave pandemia del secolo e che in cambio richiede un investimento esiguo. Specialmente se paragonato al potenziale risultato, cioè una cura contro il Covid-19 in tempi ragionevoli. Molto più ragionevoli dell’anno e mezzo che richiederà, nella migliore delle ipotesi, lo sviluppo di un vaccino. Infatti, da una lunga collaborazione, diventata con il tempo un’amicizia, tra il genetista Giuseppe Novelli dell’Università Tor Vergata di Roma e Pier Paolo Pandolfi dell’Harvard Medical School di Boston, sono spuntate fuori nuove «molecole killer» per il Sars-Cov2.
«In particolare, sono due anticorpi monoclonali che hanno la capacità di impedire al nuovo coronavirus di entrare nella cellula e infettarla», spiega Novelli. Le due molecole sono state individuate tra le migliaia presenti in una delle biobanche più importanti del mondo, quella canadese dell’Università di Toronto. «Questa enorme libreria biologica contiene molte molecole diverse, ognuna delle quali “disegnate” al computer con lo scopo di riconoscere uno specifico bersaglio e, una volta ingegnerizzate in laboratorio, pronte per essere testate in clinica», dice Novelli. «Due anticorpi selezionati - continua - riconoscono in maniera specifica una porzione della proteina “spike” del nuovo coronavirus, cioè la chiave d’accesso con cui può entrare nelle cellule. Le due molecole intervengono specificatamente su questa “chiave”, la modificano e la rendono inutilizzabile da parte del nuovo coronavirus».
«Se tutto filerà liscio potremmo iniziare la sperimentazione a fine giugno o agli inizi di luglio», riferisce Novelli. «E visto che il farmaco verrà testato sui malati, e non su persone sane come il vaccino, potremmo avere risposte sull’efficacia in tempi eccezionalmente brevi», aggiunge. Nel frattempo ci sarebbero all’incirca un’altra cinquantina di gruppi di ricerca in tutto il mondo che stanno lavorando sempre alla ricerca di anticorpi monoclonali efficaci contro il nuovo coronavirus. Una forma di «concorrenza» che però fa bene alla causa.
sabato 9 maggio 2020
Coronavirus Roma, menù sul telefonino e disinfettante al tavolo. «Ecco i nuovi ristoranti»
venerdì 1 maggio 2020
PERCHÈ IL BATTITO D'ALI DI UN PIPISTRELLO HA RINCHIUSO IL MONDO DENTRO CASA
Perché gli esseri umani sono responsabili delle pandemie.
giovedì 30 aprile 2020
"Il vaccino contro il coronavirus pronto a settembre". L'annuncio della Irbm di Pomezia
martedì 28 aprile 2020
domenica 26 aprile 2020
Snowden, tracciabilità Internet è pericolosa come l'atomica
"Il desiderio umano di interagire e cooperare è stato trasformato in un sistema totalitario di controllo sociale" ha incalzato Snowden. "Internet è in grado di connettere tutto il mondo senza confini, però è stato corrotto, come l'applicazione della fisica nucleare è stata rubata alla medicina e impiegata per costruire la bomba atomica". Secondo Snowden, questo controllo di massa si manifesta oggi in primis con "l'accesso e la vendita di dati personal da parte di soggetti privati" che "insieme ai governi di certi Paesi" sono così in grado di "influenzare perfino le elezioni delle nostre democrazie". Secondo l'ex agente della National Security Agency (NSA) americana, l'unica soluzione oggi consiste nel "cambiare il mondo, rendendolo pericoloso per quelli che limitano la nostra libertà".